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Italia.Doc, su TvLoft #Campania il sesto video-reportage sulle regioni italiane: “I mille volti di una terra di follia e solitudine”

Napoli anarchica e ribelle, capace di contenere in sé commoventi bellezze e indescrivibili brutture. Napoli perennemente affollata ma sempre sola, rumorosa perché il rumore è un modo per farsi sentire e dire io ci sono.

Ce la racconta Maurizio Braucci, scrittore e sceneggiatore (ultimo lavoro il fortunatissimoMartin Eden’ di Pietro Marcello) in Campania, il sesto dei video reportage diItalia.doc(dopo #Sardegna, #Lombardia, #Toscana, #Liguria e #Calabria) realizzati dai giornalisti del Fatto Quotidiano per Loft produzioni dal 17 gennaio disponibile in esclusiva su www.tvloft.it e su app TvLoft.

Braucci percorre i vicoli del suo quartiere e racconta la città e i napoletani, la loro voglia di fare e di esserci. Sullo sfondo l’esperimento culturale di “Arrevuoto”, “esperienza di massa di un teatro non autoritario”, e il Damm (Diego Armando Maradona di Montesanto) di Parco Ventaglieri. Un esempio di lotta e di gestione di spazi collettivi. La Napoli del lavoro che non c’è, “principale argine contro la camorra”.

Ce ne parlano due operai della Whirlpool, una fabbrica che produce lavatrici di avanguardia e occupa più di 400 operai. Il prodotto, come si dice, tira e ha mercato, ma i vertici dell’azienda hanno deciso di spostare la lavorazione altrove, si parla di paesi dell’Est o della Turchia, dove il lavoro costa di meno. Luciano Doria racconta di quando a 18 anni entrò per la prima volta in fabbrica, per lui e per i suoi compagni, il tutto, il luogo dove costruire una vita.

L’oggi è invece drammatico, fatto di sacrifici (da anni gli operai si vedono falcidiare i salari per i contratti di solidarietà) e lotte per salvare il lavoro. “Perché la fabbrica è l’unico argine contro la camorra”, dice Vincenzo Accurso, operaio e sindacalista.

Della Napoli che inizia da Scampia parla Barbara Pierro. Il quartiere delle Vele, della lunga guerra di camorra, la piazza di spaccio più grande d’Italia, è anche (e soprattutto) luogo di resistenza. “Il Chikù” è un ristorante dove la cucina napoletana si lascia contaminare dai sapori balcanici. Qui le donne di Scampia e quelle del vicino campo rom lavorano gomito a gomito e costruiscono esperienze di solidarietà. Campania terra dei fuochi. Un’etichetta che Pietro Parisi rifiuta. È stato chef internazionale e da anni ha deciso di tornare nella sua Palma Campania. Ora lo chiamano il cuoco contadino ed è impegnato su due fronti difficilissimi: la valorizzazione dei prodotti della terra sotto il Vesuvio, e la cucina del riuso.

Franco Mazza, medico del lavoro, guida le telecamere nella Valle del Sabato, un pezzo di Campania aggredito dall’inquinamento. Quando dismette il camice bianco, indossa i panni di promotore di comitati di lotta contro le fabbriche sporche. Chi sono i “veri casalesi” ce lo racconta Renato Natale, medico e volontario, per la seconda volta sindaco di Casal di Principe. Sono le persone che in un trentennio di dittatura camorristica hanno resistito ai clan pagando un prezzo altissimo.

L’elenco delle vittime di chi ha combattuto è impressionante. “È stata un guerra – dice il sindaco – la nostra Resistenza, ora c’è bisogno di ricostruire. Ci vogliono investimenti e lavoro, un moderno Piano Marshall per ridare vita e speranza alle nostre comunità”.

Il doc Campania è stato realizzato da Matteo Billi ed Enrico Fierro, con la collaborazione di Daniele Sanzone e Vincenzo Iurillo.

Da Il Fatto Quotidiano del 16 gennaio 2020.