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Oman, muore a 79 anni il sultano Qabus: era al potere da 50 anni. Aveva abolito la schiavitù e scelto la “non interferenza”

Nel suo lungo regno aveva riformato una nazione che viveva nel più profondo sottosviluppo, con leggi severe che vietavano l’elettricità, le radio, gli occhiali e persino gli ombrelli. Con lui l'Oman è diventato una pedina importante per gli equilibri mediorientali e ha cercato di smussare le tensioni

Ha guidato il Paese per quasi cinquant’anni ed era uno dei capi di Stato più longevi del mondo. Il sultano Qabus bin Said al-Said è morto nella notte fra venerdì e sabato a 79 anni. Al vertice dello Stato mediorientale dal 1970, è stato lodato dai media pubblici del sultanato per la sua “saggia e trionfante marcia piena di tenerezza che ha coperto l’Oman da un estremo all’altro, e si è estesa in tutti i mondi arabo, islamico e internazionale, portando a una politica equilibrata che il mondo intero ha rispettato”. Il governo di Mascate ha proclamato tre giorni di lutto. A Qabus succederà il cugino Haitham, già ministro della cultura.

Qabus era nato il 18 novembre del 1940, si era diplomato presso l’Accademia militare reale Sandhurst in Inghilterra e aveva servito l’esercito inglese, come riporta l’Oman News Agency. Qabus aveva preso il posto del padre con un golpe nel 1970, tentando da allora di allacciare relazioni con gli alleati occidentali. Nel suo lungo regno aveva riformato una nazione che mezzo secolo fa aveva solo tre scuole e leggi severe che vietavano l’elettricità, le radio, gli occhiali e persino gli ombrelli. Sotto la sua guida, l’Oman è diventato noto come una destinazione turistica accogliente e un interlocutore chiave del Medio Oriente: “Non abbiamo alcun conflitto e non accendiamo il fuoco quando siamo in disaccordo con qualcuno”, aveva detto il sultano a un giornale kuwaitiano in una rara intervista del 2008. Fra i provvedimenti adottati da Qabus, come riporta il Times of Oman, anche l’abolizione della schiavitù.

La notizia della morte è arrivata dalla tv di Stato dell’Oman, secondo la quale le autorità hanno aperto una lettera tenuta finora segreta nella quale il sultano designava il suo successore nel cugino Haitham bin Tariq Al Said. Infatti Qabus non aveva figli e, seguendo il protocollo, non aveva indicato pubblicamente suoi possibili successori. Il Consiglio di difesa dell’Oman aveva incontrato il Consiglio di famiglia reale, invitando i suoi membri a scegliere un successore. Secondo le leggi sulla successione dell’Oman, se il Consiglio di famiglia non riesce a concordare un successore, le autorità del paese devono svelare una lettera scritta dal sovrano contenente la designazione. Designazione che conteneva proprio il nome del cugino di Qabus, Haitham.

Quest’ultimo, che è stato ministro del patrimonio e della cultura nazionale, ha svolto un ruolo diplomatico importante, rappresentando l’Oman all’estero e dando il benvenuto al principe Carlo e alla moglie Camilla al loro arrivo nel Paese per una visita nel 2016. È stato anche sottosegretario agli Affari Esteri e segretario generale del ministero degli Affari esteri. Haitham bin Tariq ha prestato giuramento nella mattinata di venerdì, diventando il decimo sultano dell’Oman, come scritto dal governo su Twitter.

Il nuovo sultano dovrà fronteggiare le pressioni sia esterne che interne di un Paese che negli ultimi decenni è diventato una pedina importante negli equilibri mediorientali soprattutto per i suoi continui tentativi di tenersi equidistante dagli attori in campo con l’obiettivo di ammorbidire le tensioni. Nella sua prima dichiarazione pubblica Haitham ha detto che continuerà con la “politica estera di non interferenza“, che ha fatto del sultanato un importante protagonista nella regione mediorientale e del Golfo Persico. “Seguiremo la rotta tenuta dal defunto sultano”, basata sulla “pacifica convivenza fra le nazioni e i popoli”, “senza interferire negli affari interni degli altri, rispettando la sovranità delle nazioni e la cooperazione internazionale”.