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Boeing 737 Max “progettato da clown e controllato da scimmie”: le mail interne della società sul velivolo da mesi a terra

L'aereo è fermo dopo i due incidenti mortali di Lion Air del 29 ottobre 2018 dell’Ethiopian Airlines lo scorso 10 marzo. Dalle mail emerge come i dipendenti di Boeing hanno convinto compagnie aeree e autorità che non fosse necessario nessun addestramento con simulatori per i piloti del velivolo

“Progettato da clown e controllato da scimmie”. Il commento compare in una delle mail interne della Boeing, risale ad aprile 2017 e si riferisce al 737 Max, l’aereo ormai a terra da marzo dopo i due incidenti mortali della Lion Air in Indonesia il 29 ottobre 2018 e della Ethiopian Airlines in Etiopia il 10 marzo 2019. Un modello di aereo che si è schiantato due volte in cinque mesi nel 2018 e nel 2019, uccidendo 346 persone e portando a una messa a terra a livello mondiale. Boeing ha fornito documenti contenenti scambi di conversazioni tra i suoi dipendenti alla Federal Aviation Administration degli Stati Uniti oltre che ai comitati del Congresso Usa che stanno studiando il dossier del 737 Max. Dalle mail, che rivelano critiche e prese in giro alle autorità e non solo sul 737, emerge come i dipendenti della società americana abbiano convinto, anche ricorrendo ad alcuni trucchi, le compagnie aeree e la Federal Aviation Administration (Faa) che non fosse necessario nessun addestramento con simulatori per i piloti del velivolo. In uno scambio, un dipendente ha detto a un collega che non avrebbe fatto volare la famiglia a bordo di un 737 Max. I dipendenti si sono anche lamentati dell’alta dirigenza di Boeing, della selezione di fornitori a basso costo dell’azienda, dello spreco di denaro.

Un dipendente: “Non metterei mai la mia famiglia su un 737 Max” – Alcuni dei messaggi, inviati tra il 2017 e il 2018, si concentrano sullo sviluppo di simulatori di volo per il Max e sembrano suggerire che alcuni dipendenti potrebbero aver nascosto alla Faa alcuni problemi con l’aeromobile, una situazione che finirebbe con il mettere in discussione il lavoro dell’ente di regolazione del volo americano. Nel febbraio 2018, un dipendente della Boeing chiese ad un altro: “Metteresti la tua famiglia su un aereo addestrato con un simulatore Max? Io non lo farei”. Un messaggio al quale il collega rispose con un laconico e inequivocabile ‘No’. “Dio non mi ha ancora perdonato per l’insabbiamento che ho fatto lo scorso anno”, si legge in un altro messaggio del 2018 con un possibile riferimento a circostanze tenute nascoste alla Faa. Mentre in un altro scambio dell’agosto 2015 due dipendenti di Boeing osservano che “è quello che si ottiene quando i regolatori continuano a immischiarsi: bloccano i progressi“. “Queste comunicazioni contengono un linguaggio provocatorio e, in alcuni casi, sollevano interrogativi sulle interazioni di Boeing con la Faa in relazione al processo di qualificazione del simulatore”, ha ammesso in una nota Boeing spiegando di stare adottando “misure appropriate” in risposta a questi messaggi, che includeranno azioni disciplinari o altre azioni per il personale, una volta completate le necessarie revisioni. “Queste comunicazioni non riflettono la società che siamo e che dobbiamo essere, e sono del tutto inaccettabili”, ha osservato la società.

Boeing dovrà pagare miliardi di risarcimenti – La società sta lavorando all’aggiornamento dei software del velivolo messo a terra per convincere i regolatori a farlo funzionare di nuovo. Un lavoro che sta richiedendo molto più tempo del previsto. Lynn Lunsford, un portavoce della FAA ha dichiarato che l’agenzia non ha riscontrato nuovi rischi per la sicurezza che non fossero già stati identificati e che il simulatore menzionato nei documenti finiti nel mirino è stato controllato tre volte negli ultimi sei mesi. La messa a terra del Max costerà alla compagnia miliardi di risarcimento per le famiglie di passeggeri uccisi negli incidenti e le compagnie aeree che hanno cancellato migliaia di voli. Il mese scorso la società ha licenziato il Ceo e ha deciso di interrompere temporaneamente la produzione dell’aereo a metà gennaio, una decisione che si sta ripercuotendo sulla rete di fornitori.