Mafie

Veneto, la Regione non si costituisce parte civile al processo sui “casalesi di Eraclea”. M5s: “Forse per Zaia non è una priorità”

Alla vigilia, la giunta aveva preso in esame la questione di costituirsi all'udienza preliminare prevista per il giorno successivo, mercoledì 8 gennaio, con una delibera. Troppo tardi. I 5 stelle: "Il maxiprocesso non riguarda quattro ladri di polli, ma affiliati alla camorra che stavano condizionando economia e politica nel Veneziano"

VENEZIA – La mancata costituzione della Regione quale parte civile nel processo per la Camorra infiltrata nel Comune di Eraclea, ha scatenato le polemiche del Movimento Cinquestelle. I consiglieri regionali denunciano: “La Regione si sveglia all’ultimo minuto: forse per Zaia non era una priorità”. In effetti da Palazzo Balbi in riva al Canal Grande una telefonata alla Procura della Repubblica era partita solo due giorni prima dell’udienza preliminare. Alla vigilia, la giunta aveva preso in esame la questione di costituirsi all’udienza preliminare prevista per il giorno successivo, mercoledì 8 gennaio, con una delibera. Troppo tardi. Nessun avvocato si è presentato nell’aula-bunker di Mestre dove è stato fatto l’appello di 78 persone, 37 delle quali indagate per concorso in associazione mafiosa. Un processo senza precedenti in Veneto, dai tempi del dibattimento alla Mala del Brenta di Felice Maniero. E un altro paio di udienze a sfondo mafioso, una a Verona, la seconda ancora a Mestre, sono previste nel mese di gennaio.

“Il maxiprocesso non riguarda quattro ladri di polli, ma affiliati alla camorra che stavano condizionando economia e politica nel Veneziano, i cosiddetti ‘casalesi di Eraclea‘. – scrivono i Cinquestelle – La Regione si è attivata solo all’ultimo minuto, a differenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Interno, alla Cgil regionale e provinciale e all’associazione Libera che si erano costituite per tempo”. I Cinquestelle ricordano lo slogan del governatore leghista: “Prima i Veneti! E’ lo slogan di Zaia, tranne quando si tratta di chiedere i danni nei tribunali per conto dei cittadini a chi fa scempio della legalità e dei soldi dei veneti, in questi casi si sveglia tardi o sembra addirittura scappare”. Neanche il Comune di Eraclea, che è il primo danneggiato, si è presentato per tutelare la propria immagine.

Ma c’è un precedente: “Non è il primo caso di clamorosi ritardi o di sospette assenze su processi scottanti per il Veneto – scrivono Jacopo Berti e gli altri consiglieri – Ricordiamo tutti la figura vergognosa di due anni fa, quando al processo contro i vertici della Banca Popolare di Vicenza la Regione si svegliò talmente tardi, da essere fuori dai termini stabiliti dai giudici. Zaia e la sua maggioranza passeranno alla storia per essere stati sempre velocissimi, quando si trattava di impugnare la più piccola legge statale o per difendere l’indifendibile come nel maldestro tentativo di imporre la bandiera regionale in casa altrui, ma lentissimi e dubbiosi, quando c’era da schierarsi a difesa della vita dei Veneti contro i potenti”.

I Cinquestelle tornano a chiedere una commissione d’inchiesta sul crimine organizzato e lamentano anche in questo caso una politica dello struzzo dei vertici regionali, che non sembrano intenzionati a concederla. La precisazione sull’esistenza di una delibera di giunta per la costituzione di parte civile della Regione è arrivata la sera stessa dell’inizio del processo da Carlo Parmeggiani, capo ufficio stampa di Palazzo Balbi. Aveva spiegato come fosse stata l’Avvocatura regionale a contattare la Procura, chiedendo i documenti necessari per costituirsi. A questo punto la Regione potrà intervenire solo a rinvii a giudizio avvenuti e quindi solo nei confronti degli imputati che dovessero accettare il rito ordinario in Tribunale.