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Libia, il generale Haftar incontra Conte a Palazzo Chigi. Salta il meeting con al-Sarraj: “Nessun dialogo con i criminali di guerra”

La volontà del governo italiano, dopo l'intervento militare turco al fianco delle milizie di al-Sarraj e a seguito della trasferta libica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è quella di riaccreditarsi come mediatore nello scacchiere nordafricano. In serrata colloquio telefonico tra Conte e il presidente Mattarella

Un incontro non annunciato, a sorpresa, quello che si è tenuto a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il generale Khalifa Haftar. Tema al centro dei colloqui è stato il tentativo di arrivare il prima possibile a un cessate il fuoco e a una de-escalation del conflitto in Libia che ha conosciuto una nuova accelerata alla fine del 2019, dopo che proprio l’uomo forte della Cirenaica ha sferrato nuovi attacchi contro il Governo di Accordo Nazionale di Tripoli. Il militare di Bengasi, alleato di Russia, Egitto ed Emirati Arabi, ha incontrato il premier intorno alle 15.30. Inizialmente era circolata la notizia che poche ore dopo, alle 18.30, Conte avrebbe dovuto vedere anche il primo ministro di Tripoli, Fayez al-Sarraj, di ritorno da Bruxelles dove ha avuto un vertice con i leader delle istituzioni europee, ma poi è arrivata la smentita dell’ambasciatore libico all’Ue, Hafed Ghaddur: “Non ci possono essere dialoghi o incontri con il criminale di guerra Haftar”, ha dichiarato in un’intervista alla tv libica al-Ahrar. “La ragione del rinvio da parte Sarraj – si apprende da una nota di Palazzo Chigi – è una fake news abilmente fatta girare in Libia per cui Conte voleva far incontrare Serraj con Haftar. Cosa che ha scatenato polemiche fortissime in Libia”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – rende noto Palazzo Chigi – ha espresso al generale Haftar la forte preoccupazione per la continua escalation sul terreno in Libia e ribadito la ferma condanna per l’attentato all’Accademia militare di Tripoli. “Nel rilevare i rischi per la stabilità dell’intera regione, ha sottolineato che l’unica soluzione sostenibile è quella politica e ha pertanto invitato a rinunciare all’opzione militare”. Inoltre, nel corso dell’incontro, Conte ha commentato insieme ad Haftar “gli aspetti salienti del comunicato congiunto emesso al termine dell’incontro fra i Presidenti Putin e Erdogan, ove si invitano le parti al raggiungimento di un rapido cessate-il-fuoco“.

La volontà del governo italiano, dopo l’intervento militare turco al fianco delle milizie di al-Sarraj e a seguito della trasferta libica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è quella di riaccreditarsi come mediatore nello scacchiere nordafricano e far valere la propria posizione di interlocutore capace di dialogare con entrambe le principali parti in gioco. Tentativo, quello dell’esecutivo, apprezzato anche dal segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti: “Scenari inquietanti di guerra arrivano dal mondo, dalla Libia e dall’Iran – ha detto – Però crediamo nell’Italia unita e nella forza del dialogo dell’Europa e sosteniamo l’azione che il nostro governo sta cercando di fare, soprattutto sul fronte libico, per fermare le armi”.

Ma dalle opposizioni arrivano le critiche al presidente del Consiglio per come ha gestito gli appuntamenti con i due leader libici, arrivando al rifiuto di al-Sarraj di presentarsi a Roma. “Il premier libico bidona Conte e se ne torna a casa? Pazzesco, Conte è davvero un pericoloso incapace. Per una semplice questione di protocollo, prima ancora che di politica, prima si riceve un capo di governo riconosciuto, dopo un generale. Dilettanti allo sbaraglio”, ha dichiarato Matteo Salvini.

Simile la reazione in Forza Italia, con la presidente dei Senatori Anna Maria Bernini che ha detto: “Il presidente del Consiglio presidenziale libico al-Sarraj ha disertato il vertice con Conte a Palazzo Chigi. Uno schiaffo che certifica il fallimento finale del governo italiano. È infatti andato in scena un pasticcio diplomatico senza precedenti: invitare un capo di governo senza informarlo della presenza del suo principale nemico significa o presumere troppo della propria statura di mediatore internazionale oppure essere dilettanti allo sbaraglio, ipotesi entrambe devastanti in mezzo a una crisi internazionale di queste dimensioni”.

Intanto Conte, a quanto si apprende da diverse fonti, ha convocato per venerdì mattina a Palazzo Chigi una riunione con i rappresentanti di maggioranza e opposizione per discutere delle missioni militari nell’area mediorientale, dopo l’escalation in Iraq. Il tavolo, al quale dovrebbero prendere parte il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e quello degli Esteri, Luigi Di Maio, servirà anche a fare il punto sul dossier Libia. In serata il presidente Conte ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui hanno parlato della crisi internazionale in corso in Medio Oriente, a partire dai fatti di Iraq e Iran, e della Libia, dossier su cui il Capo dello Stato è costantemente informato.

Italia-Haftar: la priorità è il cessate-il-fuoco
L’ultimo incontro tra il governo di Roma e l’uomo forte della Cirenaica risale ad appena 20 giorni fa, quando il titolare della Farnesina fece visita prima ai rappresentanti del Gna e, dopo, incontrò il generale. Al termine di quella serie di colloqui venne ribadita la volontà di arrivare il prima possibile a un cessate il fuoco e intavolare un dialogo tra le parti per avviare il processo di pace nel Paese. Atterrato a Fiumicino, Di Maio preannunciò che con Haftar “ci vedremo nelle prossime settimane a Roma, come ci siamo detti”.

Il giorno è arrivato, con il dialogo che potrebbe essere favorito anche dal contemporaneo meeting a Istanbul tra il presidente russo, Vladimir Putin, e quello turco, Recep Tayyip Erdoğan. Il primo è il principale alleato del generale Haftar, insieme a Egitto ed Emirati Arabi, mentre il secondo è intervenuto proprio nelle ultime ore inviando, come da accordi, le prime truppe a sostegno di al-Sarraj, il cui governo è sostenuto dalle Nazioni Unite, a Tripoli. Al termine dell’incontro, i due leader hanno concordato sulla necessità di un cessate-il-fuoco dalla mezzanotte del 12 gennaio. Una decisione, quest’ultima, che faciliterà i colloqui tra Conte e le parti.