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Libia, le forze di Haftar: “Abbiamo conquistato Sirte”. Dal 2016 era controllata dalle milizie di Fayez al-Sarraj, che smentisce la sconfitta

Sirte era controllata dalle milizie che sostengono il Governo di accordo nazionale da quasi 4 anni, dopo la cacciata dei jihadisti dell’Isis. Le forze del generale Haftar sostengono di averla riconquistata in tre ore di battaglia con l'aiuto dei salafiti. La smentita del Governo di accordo nazionale: "La situazione all’interno è completamente sotto controllo". Il premier Conte e la cancelliera Merkel: "Elevare al massimo la pressione diplomatica"

Le forze del generale Khalifa Haftar “hanno preso il controllo di Sirte dopo una battaglia durata tre ore”. L’annuncio è stato dato dal portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), Ahmed al-Mismari, che parlato di “liberazione” della città dalle “milizie terroristiche”. In un tweet di al-Hadatah, la tv di sole notizie di al-Arabiya, l’emittente televisiva degli Emirati Arabi Uniti, con sede a Dubai, si dà conto anche del controllo dell’aeroporto.

Un tweet di al-Hadath segnala inoltre che le forze di Haftar “dislocano rinforzi (…) lungo gli assi di combattimento a Tripoli”. Ma in una nota il Governo di accordo nazionale libico smentisce “le voci che parlano di successi delle milizie e dei mercenari del criminale di guerra Haftar” nella città. “La situazione all’interno è completamente sotto controllo – si legge in una nota citata dall’agenzia di stampa turca Anadolu – e gli scontri di ieri sono avvenuti fuori dalla città”.

Sirte era controllata dalle milizie che sostengono il governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj dalla metà del 2016, dopo la cacciata dei jihadisti dell’Isis completata a dicembre di quell’anno anche grazie a raid aerei statunitensi. Situata circa 450 chilometri a est di Tripoli, Sirte fra l’altro è un importante porto ed è la città natale del defunto dittatore libico Muammar Gheddafi.

La conquista della città è stata portata avanti dal battaglione di fanteria 192 delle forze di Haftar, sotto il comando di Omar Abessit, agevolato anche dal gruppo madkhalita 604 e dal ritiro delle forze del Governo di accordo nazionale, come scrive il sito Libya Observer, vicino alle forze di al-Sarraj. I madkhaliti sono considerati “una corrente di stampo salafita ultraconservatrice” e ritenuti “al soldo della casa reale dei Saud”.

L’escalation di tensione in territorio libico è stata al centro di una “lunga conversazione telefonica” tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Nel corso della telefonata, sono stati esaminati “in modo approfondito i dossier relativi alla Libia e all’Iran-Iraq”. Su quanto sta avvenendo a Tripoli, in particolare, “è stata ribadita la necessità di elevare al massimo la pressione diplomatica – fa sapere Palazzo Chigi – per promuovere quella soluzione politica che si vorrebbe affrontare nel corso della programmata Conferenza di Berlino”.