Cronaca

Pisa, chiusa ‘l’edicola della legalità’ confiscata alla mafia e gestita da Libera: “Un atto vile”

A spiegare i motivi della decisione è arrivata una nota dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia: "L'ottimo progetto sperimentale avviato dalla cooperativa Axis purtroppo non ha funzionato. La cooperativa, non potendo sostenerne i costi, ha deciso di rinunciare"

Rimossa a Pisa “l’edicola della legalità”, bene confiscato alla mafia e gestito da Libera, che si trovava sotto gli archi di Borgo Stretto, centralissima via della città toscana. Da tempo era chiusa, ma era rimasta un luogo simbolico di aggregazione: l’Associazione Libera giovedì aveva denunciato la rimozione con un comunicato stampa e sui social: “Nessun soggetto che si era fatto promotore del problema è stato avvertito. È stata rimossa nonostante le rassicurazioni e nonostante gli accorati appelli di tutta la cittadinanza”. A spiegare i motivi della decisione è arrivata una nota dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia: “L’ottimo progetto sperimentale avviato dalla cooperativa Axis, che con Libera aveva avuto il bene già in fase di sequestro, purtroppo non ha funzionato – ha spiegato l’avvocato Cristina Polimeno, referente a Pisa per l’Agenzia – La cooperativa, non potendo sostenerne i costi, ha deciso di rinunciare”.

“La rimozione della edicola in Borgo Stretto non è stato un atto vile né tanto meno intimidatorio, ma una necessaria rimozione di una struttura fatiscente e in disuso da quasi due anni, oltretutto in un’area sottoposta a vincolo architettonico” ha commentato Maria Punzo, presidente della Terza Commissione Consiliare permanente. “Tutta la zona di Borgo è in fase di riqualificazione. La scelta dell’orario è stata dettata dal buon senso, per evitare disagi alle attività commerciali in un’area di intenso passaggio pedonale diurno”, ha precisato.

Il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, si è detto “stupito” dell’improvvisa sparizione della struttura: “Il 2020 a Pisa è iniziato con la cancellazione di un simbolo. Nulla più di questo è infatti la rimozione repentina dell’edicola della legalità – dice in una nota – ma da cittadino e rettore so che per buona parte della comunità pisana e studentesca quel manufatto era un ricordo quotidiano della vittoria dello Stato sulle mafie”. Il rettore ha poi ricordato la visita di Don Luigi Ciotti, in occasione del conferimento della laurea honoris causa: “Mi ero recato insieme a lui proprio davanti all’edicola e insieme avevamo auspicato che quel simbolo così importante per Pisa non venisse rimosso prima di aver trovato una nuova collocazione” Anche Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana-Leu, ha espresso indignazione per la decisione improvvisa: “La dice lunga della cultura politica e del rispetto per la lotta alle mafie che hanno gli attuali governanti della destra a Pisa. Davvero un brutto segnale. E aggiunge: “La lotta alle mafie si fa ogni giorno, ma servono anche simboli, come era quell’edicola. Evidentemente questo impegno non è nelle sensibilità dell’attuale amministrazione, fa bene Libera a parlare di vigliaccheria e ad indignarsi”

Il deputato della Lega, Edoardo Ziello, ha definito l’edicola “inutile ferraglia improvvisata a mausoleo della legalità” in un post su Facebook: “La cultura dell’Antimafia si trasmette coi fatti – scrive – ecco la scelta di avere a Pisa un assessore e i percorsi culturali avviati nelle scuole. Al posto dell’edicola verrà collocata una targhetta come aveva detto lo stesso sindaco a più riprese, senza contare la possibilità di rendere la struttura meccanica più apprezzabile e collocarla in una zona che non contrasti con il suo paesaggio”.