Cronaca

Grosseto, il sindaco ordina a tutte le scuole di fare il presepe. Ma il sacerdote si dissocia: “La fede è un atto libero, non si impone”

Monsignor Francesco Nencioni, presposto del Duomo classe 1926, prende le distanze dall'iniziativa dell'amministrazione comunale. La mozione era stata presentata (e approvata) dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Casapound

Il Comune di Grosseto, governato dal centrodestra, obbliga le scuole comunali e gli uffici del municipio a esporre un presepe nei giorni delle feste natalizie, ma il sacerdote più ascoltato della diocesi cittadina, monsignor Francesco Nencioni, si dissocia dall’iniziativa dell’amministrazione: “I segni della fede non si obbligano a nessuno e in nessun luogo” è stata la replica del preposto del Duomo di Grosseto. Una reazione che nel centrodestra cittadino sta facendo storcere la bocca a molti, visto che la maggioranza in Consiglio comunale dal 2016 si è sempre impegnata per portare i simboli religiosi negli uffici pubblici. Il sindaco di Grosseto e possibile candidato di Matteo Salvini alle prossime elezioni Regionali in Toscana, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, però, va avanti: “Il presepe è simbolo di pace e tolleranza e la mozione va nella direzione di dare forza alle nostre tradizioni identitarie – ha detto nei giorni scorsi il primo cittadino – Dio non divide ma unisce!”.

La mozione e il “no” del monsignore – La mozione era stata presentata (e approvata) dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Casapound (gruppo misto) e impegnava il sindaco ad “attivarsi affinché all’interno di ogni scuola e del palazzo comunale sia previsto in vista delle prossime festività un presepe, ben visibile e di consone dimensioni”. Il presepe, si legge nel documento, è un simbolo di “identità culturale, religiosa e civica, oltre a essere portatore di uno straordinario messaggio di pace e speranza”. La mozione approvata aveva solo una funzione simbolica e rafforzativa, visto che il sindaco Vivarelli Colonna ha specificato che, in caso di mancato adempimento, nessuna scuola sarebbe andata incontro a sanzioni.

Eppure, oltre alle polemiche politiche delle opposizioni, la scelta dell’amministrazione comunale non è per niente piaciuta alla diocesi di Grosseto. Monsignor Nencioni, classe 1926, è la storica voce della chiesa maremmana (è stato ordinato sacerdote nel 1950) fino a diventarne una colonna. Tant’è che lo scorso 29 dicembre ha ricevuto la benemerenza del Comune, cerimonia officiata proprio dal sindaco Vivarelli Colonna che in quell’occasione lo aveva definito “un uomo giusto”. Eppure il sacerdote si dissocia dalla scelta dell’amministrazione sui presepi: “La fede è un atto libero – ha detto monsignor Nencioni al Corriere Fiorentino – viene dall’accoglienza di un dono frutto dell’intelligenza, bensì del cuore e della necessità intima di avvertire le domande fondamentali dell’esistenza. E a queste domande le risposte non possono essere obbligate”. Per questo, ha concluso monsignor Nencioni, “i segni della fede non possono essere imposti da nessuno”.

I precedenti e la vicina Siena – La battaglia del centrodestra grossetano per esporre i simboli religiosi viene da lontano: dopo la vittoria del 2016, uno dei primi atti della nuova amministrazione fu proprio quello di introdurre il crocifisso nell’aula consiliare. Sul presepe, invece, anche la vicina Siena – sempre governata dal centrodestra di Luigi De Mossi – potrebbe presto decidere di seguire la giunta di Grosseto: “Ne discuteremo in giunta per valutare questa opportunità – ha detto giovedì il primo cittadino – Certamente la nostra cultura cristiana non può essere misconosciuta o messa da parte”.

Twitter: @salvini_giacomo