Lavoro & Precari

Sondaggi, per l’81% degli italiani il lavoro rappresenta la priorità assoluta: +25% in 12 anni. “Crisi economica e Ilva hanno influito”

L'occupazione ha scalato la classifica delle cose più importanti per i cittadini, precedendo le richieste di riduzione della pressione fiscale e quelle per il rilancio dell’economia, indicate da circa i due terzi dei cittadini. Seguono la maggiore efficienza della sanità pubblica, al 65%, e la sicurezza, al 60%. Per il 51% giusta una partecipazione dello Stato in settori strategici dell'industria, come l'acciaio

Per oltre l’80% degli italiani, la priorità di cui la politica dovrebbe occuparsi è il lavoro. Lo rivelano i sondaggi dell’Istituto Demopolis secondo cui l’occupazione, nell’agenda dei cittadini, supera le richieste di riduzione della pressione fiscale e quelle per il rilancio dell’economia, indicate da circa i due terzi dei cittadini. Seguono la maggiore efficienza della sanità pubblica, al 65%, e la sicurezza, al 60%.

I due aspetti più importanti in un rapporto di lavoro, secondo le persone interpellate, sono la retribuzione e la stabilità del posto. Quest’ultimo, secondo il trend registrato dal 2008 al 2019, è aumentato di 25 punti, passando dal 40% del 2008 al 65% odierno. “La crisi economica degli ultimi anni e le trasformazioni nel mercato del lavoro – spiega il direttore di Demopolis, Pietro Vento – hanno intaccato soprattutto le sicurezze delle nuove generazioni, determinando una profonda incertezza sul futuro e sulle prospettive occupazionali. Questo clima di insicurezza occupazionale e il dibattito sul futuro dell’Ilva hanno contribuito, negli ultimi mesi, a incrementare il numero di italiani favorevoli ad un intervento pubblico dello Stato in settori strategici per l’economia del Paese, come ad esempio l’acciaio”.

E proprio sul caso Ilva si è concentrato il sondaggio di Demopolis per il Tg3 in cui si dice che solo il 15% degli italiani pensa a una nazionalizzazione dell’industria di Taranto, circa un quarto è invece contrario all’investimento di soldi pubblici. Ma la maggioranza assoluta, il 51%, vedrebbe con favore una partecipazione pubblica al fianco dei privati.