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Cristiano Biraghi, il terzino dell’Inter travolto dalle polemiche per i parastinchi “fascisti”. Lui e il club negano: “Nessun riferimento politico”

Il giovane calciatore è stato immortalato infatti durante la diretta di Inter-Barcellona mentre si sistemava i suoi parastinchi personalizzati con la scritta latina "vae victis" e l’elmo spartano sopra allo scudo tricolore

Vae Victis“, ovvero “guai ai vinti“. Questa citazione latina da lui intesa come un mantra sta causando non pochi problemi al terzino dell’Inter Cristiano Biraghi che, oltre a tatuarsela sul petto, l’ha voluta anche sui suoi parastinchi scatenando le polemiche. Il giovane calciatore è stato immortalato infatti durante la diretta di Inter-Barcellona mentre si sistemava i suoi parastinchi personalizzati con la scritta latina e l’elmo spartano sopra allo scudo tricolore, simbolo utilizzato dai movimenti di estrema destra. Non solo, anche la stessa frase è utilizzata spesso dai neofascisti come motto.

La cosa non è passata inosservata, anzi, ha scatenato la dura reazione di molti che su Twitter li hanno ribattezzati come i parastinchi “fascisti”: “Non bastava la prestazione in campo, ha fatto una pessima figura anche coi parastinchi”, ha scritto qualcuno riferendosi alla partita giocata da Biraghi. E ancora: “Tanto scarso quanto fascista”, “calcio balilla”, “stinco di fascio”. Ma c’è anche chi ha preso le difese del giovane calciatore, spiegando che il motto “vae victis” è entrato njella cultura popolare tramite il videogame Legacy ok Kane e al gioco di carte fantasy Magic.

A mettere fine alle polemiche è stata la replica dello stesso Biraghi e di tutto il club Nerazzurro, che hanno tenuto a precisare che la frase in questione è vissuta dal giocatore solo come un’incitazione a vincere in campo e non come un riferimento politico, sottolineando che sono impegnati nella campagna Brothers Universally United, contro il razzismo e ogni forma di discriminazione.