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Pokémon Spada e Scudo, alcuni passi in avanti rispetto al passato con un assaggio di open-world – La nostra prova

L'ottava generazione della saga principale dei Pokémon sbarca su Nintendo Switch, portando con se i nuovi Stadi, 81 nuovi Pokémon ed il fenomeno Dynamax, basterà a soddisfare i giocatori?

Pokémon Spada e Scudo è la coppia che forma l’ottava generazione della saga principale Pokémon, la prima a sbarcare su Nintendo Switch, dopo che lo scorso anno i player hanno avuto modo di provare con lo spinoff/remake Let’s Go qualcosa di leggermente diverso dal gameplay standard.

Con Spada e Scudo i player vengono portati nella regione di Galar – ispirata in alcuni aspetti stilistici alla Gran Bretagna – dove il misterioso fenomeno “Dynamax” permette ai Pokémon di assumere una forma gigantesca ed ottenere abilità più potenti. La trama offre qualche deviazione rispetto allo standard sin dall’inizio, vedendo l’allenatore impersonato dal player ed il suo amico/rivale Hop ricevere il proprio Pokémon non da un Professore ma da Dandel, il campione di Galar e fratello di Hop, a cui i due si son rivolti per ricevere la raccomandazione necessaria per essere ammessi come sfidanti al campionato regionale. A far da contorno alla competizione, il duo si troverà ad aiutare l’anziana professoressa Flora e la nipote Sonia nello svelare i misteri che si celano dietro il fenomeno Dynamax, e scoprire la vera storia della Notte Oscura e dell’Eroe di Galar. Se di per se la storia è generalmente godibile, soffre però in parte l’assenza di un vero e proprio nemico/cattivo, presentando al giocatore pochi veri ostacoli finendo per offrire per gran parte dell’avventura come unici antagonisti alcuni altri sfidanti; un po “ripetitiva” la mini campagna che, dopo la vittoria in campionato, chiude il filone dell’Eroe di Galar portando nelle mani del giocatore uno dei due pokémon leggendari: Zacian per i giocatori di Spada, Zamazenta per i giocatori di Scudo (un consiglio, riservate a loro la Master Ball).

Se alcune meccaniche sono invariate rispetto ai titoli principali passati (come la cattura dei pokémon legata allo scontro, e forza/debolezza legata al tipo), altre prendono spunto da quanto visto su Let’s Go, come ad esempio la possibilità di vedere i mostriciattoli selvatici che si aggirano nell’erba alta. Rinnovate rispetto al passato le Sfide ai Capipalestra che non avvengono più nelle “palestre” ma in veri e propri stadi, dove dei minigiochi -diversi per ogni palestra- incorporano gli scontri preliminari, mentre gli scontri con i Capipalestra (come anche le fasi finali del campionato) avvengono sui campi degli stadi stessi, con tanto di pubblico ad assistere dagli spalti (similmente ai tornei mostrati dall’anime). Le lotte negli stadi sono una delle tipologie di combattimenti in cui il giocatore può utilizzare il Dynamax, trasformando e potenziando uno dei propri Pokémon per tre turni e dando la possibilità di infliggere danni notevoli ai nemici usando le tecniche dynamax che sostituiscono quelle base a seconda del tipo; in tutte le sfide ufficiali del campionato, gli avversari utilizzeranno il potenzialmento in modo purtroppo prevedibile sempre e solamente con il loro ultimo pokémon, semplificando la strategia da utilizzare per affrontarli.

Una volta completata la campagna, e diventati campioni, è possibile organizzare tornei per mantenersi in allenamento (e raccogliere moneta di gioco), partecipare alla battaglie nella Torre Lotta (una modalità single player con avversari più tosti), e partecipare a battaglie online contro altri player.

Galar nel suo complesso è strutturata in modo interessante, presentando città più o meno grandi a circondare lo stadio, ognuna con una propria caratterizzazione ben definita come ad esempio Steamington con le sue costruzioni in mattoni rossi a richiamare le città della rivoluzione industriale,Knuckleburgh con richiami medievali, o la più grande Goalwik, dove si tengono le finali, che ricorda non poco la capitale britannica. Ad affiancare i tradizionali percorsi, al cuore della regione trovano posto le Terre Selvagge -immagine in apertura-, una gigantesca area che da un sentore di “open world” anche grazie alla telecamera che segue il personaggio dalle spalle e che può essere orientata a 360° (a contrasto con il resto delle aree di gioco dove non è orientabile), in cui è possibile trovare una grande varietà di pokèmon (quelli presenti possono essere influenzati dalle condizioni climatiche della zona) all’interno di erba alta e laghetti, mentre alcuni più grandi (e più potenti) possono essere visti aggirarsi nelle aree scoperte. Nelle Terre Selvagge sono dislocate varie “tane”, alcune vuote da cui è possibile raccogliere “Watt” con cui acquistare prodotti dai vendor presenti nell’area, altre da cui fuoriesce una colonna di luce dove si nascondono dei pokemon selvatici in forma Dynamax, affrontabili nei “Raid Dynamax“, battaglie cooperative con altri 3 allenatori dove è possibile schierare un unico pokémon ciascuno; i raid possono essere giocati sia online, e quindi insieme ad amici o altri player, sia offline, in questo caso ci si troverà 3 compagni gestiti dall’AI del gioco che non sempre schierano un mostriciattolo adatto alla sfida.

Pokémon Spada e Scudo presentano 400 diverse specie di pokèmon, di cui 81 nuovi che formano l’ottava generazione (alcuni sono disponibili esclusivamente o su Spada o su Scudo), mentre dei restanti 319 (una selezione di quelli presenti nelle generazioni precedenti) alcuni assumono forme e/o evoluzioni specifiche di Galar. Alcuni esemplari di Pokémon (di poche specie) hanno la possibilità di assumere la forma Gigamax, una versione speciale di Dynamax che ne modifica l’aspetto oltre al semplice ingigantimento, offrendo tecniche specifiche potenziate oltre a quelle dynamax-tipo generiche. Interessante la scelta di presentare l’influsso della cultura britannica anche su alcuni dei nuovi pokèmon, come ad esempio Sinistea e Polteageist, rispettivamente una tazzina da tè ed una teiera, o Cinderace, ultima evoluzione dello starter Scorbunny, che in pantaloncini da calciatore ha una tecnica che lo vede palleggiare un sassolino incendiandolo e per poi calciarlo via.

Dal punto di vista grafico il lavoro fatto da Nintendo e Game Freak sul nuovo Pokémon è buono, anche se lontano da quanto visto con altri giochi su switch, e forse un po al di sotto di quanto i player si aspettassero. Se da una parte alcuni elementi grafici, come i modelli dei personaggi, non offrono grandi innovazioni rispetto a Let’s Go (è possibile personalizzarli sia nel volto che negli abiti), va detto che percorsi e città non si presentano più “piatti” ma sfruttano un po di più la tridimensionalità con collinette e dislivelli ben delineati, un peccato che non offrano una visuale più immersiva come quella offerta nelle Terre Selvagge. Di sicuro impatto le lotte negli stadi e le animazioni legate al Dynamax, che fanno la loro figura anche con la Switch collegata alla TV.

Con il nuovo titolo Game Freak ha voluto cambiare un pochino il sistema dei trasporti e spostamenti rapidi slegandoli dalla necessità di possedere pokèmon con tecniche specifiche, vedendo una “ferrovia” collegare le città principali ed un sistema di “volo taxi” – sbloccato quasi subito- che permette di tornare nei luoghi già visitati; per spostarsi sui percorsi e nelle Terre Selvagge ritorna la classica bicicletta che però una volta potenziata può essere utilizzata anche per spostarsi sull’acqua.

Nel complesso a nostro parere la coppia Spada e Scudo porta alcune novità interessanti al gameplay della serie standard di Pokémon, senza però snaturarla in modo eccessivo, presentandosi sia come un titolo da non perdere per gli appassionati storici della saga che come un ottima introduzione per chi vi si approccia per la prima volta. Poteva essere fatto qualcosina in più? Probabilmente si, ma con il rischio di scontentare comunque i player.