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“Stile di vita troppo salutare per avere un tumore al seno”: così la diagnosi arriva in ritardo e quando le trovano il cancro è troppo tardi

La storia è quella di Kate Callaghan, 35 anni, neozelandese che ha avuto un ritardo considerevole nella diagnosi di cancro al seno, e quando è arrivata si è sentita dire che ormai poteva ricorrere solo a cure palliative

Aveva notato di avere un nodulo al seno a giugno ma non si era preoccupata: pensava fosse una conseguenza dell’allattamento. Aveva così deciso di fare un viaggio già programmato e di andare dal medico una volta tornata. Kate Callaghan, 35 anni, neozelandese, si è fatta poi visitare ad agosto e la diagnosi non è stata affatto preoccupante: come racconta lei stessa, le hanno detto che c’era da escludere l’idea che il nodulo potesse essere maligno, anche perché la donna è nutrizionista olistica e segue uno stile di vita molto salutare. “Non rientravo nelle categorie a rischio – ha detto a Femail – Sono salutare e relativamente giovane, senza una storia familiare di predisposizione al cancro. Inoltre, avevo allattato per quattro anni, cosa che dovrebbe prevenire il tumore al seno”. Kate però ha voluto essere ancora più sicura, e ha fatto una seconda visita. Stesso risultato: “Ho effettuato un esame al seno e mi hanno ripetuto che non era nulla di serio, ma mi hanno comunque consigliato di effettuare una mammografia ad ultrasuoni”. È il 4 novembre che arriva la vera diagnosi: cancro al seno al quarto stadio, diffuso al sistema linfatico: “È stato un incubo. Considerando che servono 50 giorni alle cellule del seno per riprodursi, io ne ho persi 60 perché non rientravo nelle categorie a rischio”. Inutile operare, il cancro si era ormai diffuso anche al fegato e i medici hanno comunicato alla donna, madre di due bambini, che ormai non restavano che le cure palliative. “Non voglio spaventare i miei figli, non voglio che pensino nemmeno per un secondo che non ci sarò più”, ha detto la 35enne. Kate Callaghan ha deciso di curarsi nel dentro Hop4Cancer in Messico per una terapia alternativa che include misure per sostenere il sistema immunitario e piccole dosi di chemioterapia. “Vorrei che tutti, donne e uomini, facessero attenzione e si facessero controllare in caso notassero dei cambiamenti. Non si è mai troppo “salutari” per chiedere un parere specialistico“, ha concluso la donna.