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Georgia, proteste per il no del governo alla riforma elettorale: opposizione blocca accesso al parlamento. Polizia interviene con idranti

I manifestanti, guidati il leader del partito "Nuova Georgia", Giorgi Vashadze, hanno chiesto le dimissioni dell'esecutivo. La polizia ha circondato l'edificio e utilizzato i cannoni ad acqua per liberare l'ingresso dell'edificio

Con lucchetti alle porte e sacchetti di sabbia in strada gli attivisti dell’opposizione georgiana hanno bloccato lunedì pomeriggio l’accesso al parlamento nella capitale di Tbilisi. I manifestanti, con a capo il leader del partito di opposizione “Nuova Georgia”, Giorgi Vashadze, hanno chiesto le dimissioni del governo guidato dal partito “Sogno Georgiano” di Mamuka Bakhtadze: “Andremo avanti finché non saranno soddisfatte le richieste di dimissioni del governo e convocate nuove elezioni parlamentari anticipate con il sistema proporzionale”, ha precisato l’opposizione all’agenzia di stampa russa Interfax.

Secondo quanto riferiscono i media locali, la polizia ha già allontanato i manifestanti utilizzando cannoni ad acqua e liberato l’edificio dai picchetti. Gli attivisti si sono dispersi per le strade del centro. Nonostante tutto, diverse decine di manifestanti sono poi tornate davanti al parlamento, circondate da centinaia di agenti di polizia.

Le protesta a Tbilisi sono cominciate la settimana scorsa, quando i deputati hanno respinto un progetto di legge che prevedeva la soppressione del sistema elettorale misto e l’introduzione del proporzionale per le prossime legislative di ottobre 2020. Domenica davanti al parlamento si erano radunati 20mila manifestanti: la folla ha sventolate bandiere georgiane e dell’Unione europea. Anche ieri la polizia ha cercato di frenare la protesta con gli idranti.