Giustizia & Impunità

Varese, tangenti in cambio di appalti pubblici: tre arresti. Soldi, viaggi e anche la cuccia per il cane per un geometra indagato

Sono ventisei in totale le persone indagate e 44 le perquisizioni eseguite oggi dalle Fiamme gialle. I dipendenti di un'azienda, che dovevano eseguire lavori per il comune di Olona Induno, utilizzati nella tenuta agricola del funzionario pubblico

Appalti diretti, in cambio di denaro e altro per un totale di circa 110mila euro. Sono tre gli arresti eseguiti dalla Guardia di finanza di Varese. Un agente di commercio e un geometra del settore manutenzione del Comune di Induno Olona sono in carcere, mentre il gip ha disposto i domiciliari per la legale rappresentante di un’azienda. I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione, peculato, riciclaggio, reati in materia di appalti, fatture false e truffa ai danni del bilancio comunale. Sono ventisei in totale le persone indagate e 44 le perquisizioni eseguite oggi dalle Fiamme gialle. Nell’operazione sono stati impiegati 100 finanzieri.

Stando alle indagini il dipendente pubblico, in cambio di soldi, buoni per l’acquisto di viaggi all’estero, abbigliamento, prodotti hi-tech, attrezzatura per praticare l’equitazione ed una cuccia per il cane “manipolava, sistematicamente, le gare e le procedure di appalto, assegnando, illecitamente, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di opere pubbliche”. Basti pensare, che, secondo gli investigatori, in una arco temporale di circa 18 mesi, sono emerse forniture per oltre 700 tonnellate di catrame per il rappezzo del manto stradale, pagate con denaro pubblico all’azienda fornitrice ma in realtà mai consegnate con un danno per il Comune
un danno di circa 160mila euro. Il dipendente pubblico incontrava gli imprenditori conniventi all’interno degli spogliatoi in uso agli operai del Comune.

In questi locali è stato documentato dagli investigatori il passaggio del denaro e gli indagati concordavano come falsificare i documenti amministrativi e fiscali necessari sia per truffare il Comune che per riciclare il denaro delle mazzette, denaro che veniva accantonato con fittizi pagamenti di forniture di beni mai realizzate. Le Fiamme gialle hanno scoperto che per questo motivo venivano utilizzate ad hoc nove società “cartiere” (ovvero senza struttura aziendale ed imprenditoriale). Società riconducibili a prestanomi ed utilizzate solo per emettere false fatture. Riguardo alla legale rappresentante dell’azienda appaltatrice le indagini hanno accertato che alcuni suoi dipendenti, invece di lavorare per l’esecuzione di lavori pubblici di ristrutturazione, svolgevano mansioni alle dipendenze del funzionario comunale per la gestione e manutenzione della sua tenuta agricola.