Giustizia & Impunità

Crotone, divieto di dimora per il sindaco Ugo Pugliese. “Irregolarità su affidamento della gestione della piscina comunale”

Il primo cittadino è indagato per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. La misura è stata disposta anche per l'assessore allo Sport

Ha già lasciato la città Ugo Pugliese, il sindaco di Crotone destinatario di un provvedimento di divieto di dimora disposto dal giudice per le indagini preliminari. Il primo cittadino calabrese risulta indagato in un’inchiesta della procura per il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Al centro dell’indagine c’è l’irregolarità sull’affidamento in gestione a società private della piscina olimpionica comunale tra i rappresentanti del Comune di Crotone e alcuni soggetti appartenenti al Consorzio sportivo Daippo, cui nel dicembre del 2018 era stata affidata direttamente la gestione della piscina comunale, ci sarebbe stato “un vero e proprio accordo collusivo attraverso trattative clandestine fatte di incontri privati e nascosti lontani dalle sedi ufficiali”. Le indagini sono state condotte dalla polizia.

La misura del divieto di dimora a Crotone, oltre che per il sindaco Pugliese, è stata disposta dal gip l’assessore allo Sport, Giuseppe Frisenda, per il dirigente del Settore urbanistica del Comune, Giuseppe Germinara, e per i rappresentati del consorzio “Daippo” Emilio Ape e Daniele Paonessa. Non solo: nell’ambito della stessa inchiesta viene contestato il reato di abuso d’ufficio a Gianfranco De Martino, ex dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Crotone, e all’attuale dirigente dello stesso settore, Giuseppe Germinara.

“Il Comune di Crotone, nella fattispecie – si legge in una nota della Questura – non si è avvalso di una procedura di gara a evidenza pubblica per la gestione del bene comunale, così come previsto dal codice dei contratti pubblici, bensì di un affidamento diretto il cui iter, secondo quanto è stato dimostrato, è risultato turbato sin dall’inizio”. E ancora: “Le persone coinvolte nell’indagine hanno agito in violazione del principio del buon andamento dell’attività amministrativa, accogliendo richieste illogiche e onerose da parte del Consorzio, il quale risultava paradossalmente la parte forte di una trattativa con la pubblica amministrazione”. Infine: “A conferma di ciò, il Comune di Crotone ha affidato la piscina al Consorzio alle condizioni indicate da quest’ultimo nonostante lo stesso già negli anni passati si fosse reso moroso creando un danno economico ingente, pari a circa un milione di euro, al Comune, che si accollava tutte le spese attinenti la gestione della piscina”.

Il procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia ha precisato che: “Si tratta di una misura ponderata e scelta per non essere inutilmente devastante, ma era assolutamente necessaria. Può sembrare che grandi scorrettezze non siano state commesse perché ormai tutto è diventato normale, ma non è questa la legalità“. Così il sindaco di Crotone stamattina alle 11 ha ricevuto il provvedimento e “il tempo di organizzarsi ha lasciato subito la città”, precisa il suo portavoce. “Il divieto resta è valido solo a Crotone, ma possibile che il sindaco decida di lasciare anche la provincia”.