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Italia Viva, la deputata Occhionero lascia LeU e va con i renziani: “Qui perché si punta sul femminismo. Boschi capogruppo bella scelta”

Con la sua uscita il gruppo di Leu alla Camera scende a 12 deputati: prima di lei a dire addio al gruppo era stata Laura Boldrini, approdata nel Pd

Nuovo acquisto per Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi conquista un nuovo seggio alla Camera, quello di Giuseppina Occhionero, deputata eletta in Molise con Liberi e Uguali. “Ho scelto di aderire a ItaliaViva perché mi riconosco in un progetto che guarda al futuro, alla crescita del Paese e dei suoi territori, che parte da dichiarazioni di identità forti, come il femminismo e l’ambientalismo, il merito e l’equità, e ha il coraggio di declinarle nei programmi e negli stessi organismi di partito”, dice la parlamentare in una nota diffusa per confermare la sua adesione ai renziani.

Eletta quasi a sorpresa in Molise, prima di entrare a Montecitorio Occhionero era stata assessore alla Cultura e al Turismo a Campomarino, in provincia di Campobasso. Ha anticipato la decisione di passare coi renziani con un’intervista al Foglio in cui spiegava di essere stata attratta dalla trazione femminista di Italia Viva. “Mi è piaciuta la scelta di Maria Elena Boschi come capogruppo. Una donna giovane che riveste un ruolo di guida in Italia viva. Questa leadership femminile mi piace e mi fa pensare che ci sia uno spazio di maggior agibilità in un progetto che sa apprezzare il valore delle donne”. In Liberi e Uguali, dunque, le donne non venivano valorizzate? “Non voglio dire questo – ha risposto Occhionero – ma Boschi è donna, Federico Fornaro (capogruppo Leu alla Camera) è uomo. Eppoi Fornaro sarà un bell’ uomo, ma la bellezza della Boschi non ha eguali”.

Con l’uscita di Occhionero Italia Viva arriva a quota 29 deputati, mentre il gruppo di Leu alla Camera scende a 12: prima di lei a dire addio al gruppo era stata Laura Boldrini, approdata nel Pd. “Oggi – dice Occhionero – ringrazio le donne e gli uomini di Leu, ma è con dispiacere che devo ammettere che non siamo riusciti a vincere la sfida di divenire un gruppo politico realmente unitario e capace di affrontare le sfide dell’oggi e del futuro. Ora è il momento di mettersi in campo superando le differenze e, anzi, considerandole un valore”.