Media & Regime

Parlamento Ue: “Ingerenze straniere minacciano la democrazia. In un anno raddoppiate le fake news da Mosca”

È quanto si legge in una risoluzione non vincolante approvata dall'Eurocamera, che sottolinea il "carattere altamente pericoloso della propaganda russa" e intrusioni dall'estero che avvantaggiano i movimenti populisti. Non passa però la proposta - contenuta nella bozza originale - di creare una commissione parlamentare speciale sulla disinformazione

Le ingerenze elettorali straniere sono una minaccia per le democrazie europee e che gli unici a beneficiarne sono i movimenti anti-Ue, le forze estremiste e quelle populiste. È quanto afferma il Parlamento europeo, che in una risoluzione votata oggi nella mini-plenaria di Bruxelles lancia l’allarme sulle ingerenze elettorali straniere nell’Ue. Nel documento si fa riferimento anche ai casi denunciati da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung nei confronti del Partito della libertà austriaco e a quello denunciato da Buzzfeed e da L’Espresso nei confronti della Lega. Nel testo, votato con 469 sì, 143 no e 47 astensioni, gli eurodeputati chiedono norme ad hoc per prevenire gli attacchi informatici e la disinformazione (le cosiddette “minacce ibride”), ma non passa la proposta – contenuta nella bozza originale – di creare una commissione parlamentare speciale sulla disinformazione.

Gli eurodeputati affermano di essere estremamente preoccupati dal “carattere altamente pericoloso della propaganda russa”. I casi di fake news attributi a fonti russe sono infatti più che raddoppiati dal gennaio 2019 (998) rispetto allo stesso arco di tempo nel 2018 (434). Già a dicembre la Commissione, per la prima volta, aveva indicato esplicitamente Mosca come la principale fonte di fake news che si riversano sui cittadini dell’Unione europea.

In aula è passato anche un emendamento che contiene un rinvio al caso denunciato da Buzzfeed e L’Espresso nei confronti della Lega. Il Parlamento, si legge nell’emendamento, “rammenta con preoccupazione che, anche in presenza di leggi che impongono restrizioni alle fonti di finanziamento politico, esse sono state eluse da attori stranieri che hanno trovato il modo di offrire sostegno ai propri alleati contraendo prestiti presso banche estere. Come nel caso del Front National nel 2016, sottoscrivendo contratti commerciali e di acquisto, come denotano le accuse pubblicate da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung nei confronti del Partito della libertà austriaco e da Buzzfeed e L’Espresso nei confronti della Lega, nonché facilitando attività finanziarie, come denunciato dalla stampa britannica a proposito della campagna Leave.EU“.