Scienza

Tetraplegico cammina con esoscheletro: “Mi sono sentito come il primo uomo sulla Luna”

Gli scienziati dell’Università di Grenoble hanno messo a punto il 'robot' e pubblicato la ricerca su The Lancet Neurology

“Mi sono sentito come fossi il primo uomo sulla Luna. Non mi muovevo da due anni e avevo dimenticato com’era stare in piedi. Ho dimenticato di essere più alto di molte persone nella stanza ed è stato davvero impressionante”. Un esoscheletro robotico guidato dall’intelligenza artificiale di un computer ha fatto camminare di nuovo un francese di 30 anni tetraplegico da quattro anni su una sedie a rotelle dopo un incidente. Il giovane ha camminato di seguito per 10 metri ed ha eseguito con un braccio una serie di movimenti complessi. La sua storia è stata raccontata dal Telegraph.

Secondo gli scienziati dell’Università di Grenoble, che hanno messo a punto il ‘robot’ e pubblicato la ricerca su The Lancet Neurology: “Il progetto promette di aumentare significativamente l’autonomia e la qualità della vita per il 20% delle persone con lesioni traumatiche del midollo spinale che diventano tetraplegiche, ma servono ancora importanti miglioramenti prima che questa tecnologia possa essere messa in commercio”.

Per due anni l’algoritmo di un computer si è allenato a comprendere le onde cerebrali di Thibault mentre il ragazzo cercava di spostare un suo ‘avatar’ protagonista di un videogioco. Le parti meccaniche dell’esoscheletro, che sostengono il corpo, sono collegate ad un dispositivo di registrazione posizionato ai lati della testa del paziente. Questi impianti sono in grado di comunicare in modalità wireless con un computer “rendendoli molto più sicuri e più pratici delle interfacce cablate cervello-macchina che sono state provate in passato”, specificano i ricercatori. “Alla fine – evidenziano gli scienziati – il sistema di intelligenza artificiale è diventato abbastanza performante da consentire al paziente di provare l’esoscheletro motorizzato”. Non è un esoscheletro per camminare e andare al bar con gli amici ma sono riuscito a fare qualcosa che nessuno ha mai fatto“, ha concluso il trentenne francese.

L’articolo su Lancet