Scuola

Scuola, oltre 10mila gli studenti scelgono un periodo all’estero: +38% rispetto al 2016. Usa e Spagna mete preferite. Docenti contrari

Secondo l'ultimo rapporto della Fondazione Intercultura i ragazzi delle superiori che emigrano per studio sono soprattutto donne: 61% contro il 39% dei maschi. In forte crescita la mobilitazione studentesca dal Sud, così come il numero di stranieri che arrivano in Italia

Sempre più scuole mandano i propri studenti oltreconfine. I ragazzi delle superiori che hanno frequentato almeno tre mesi all’estero nell’anno scolastico 2018-2019 hanno raggiunto quota 10.200. Un record se si considera l’aumento del 38% rispetto al 2016, ma soprattutto del 191% sul 2009. Lo rivelano i dati dell’XI Rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca della Fondazione Intercultura reso noto al Ministero dell’Istruzione. Se da una parte c’è l’entusiasmo degli studenti di emigrare all’estero per un’esperienza di studio, dall’altro solo il 46% dei docenti apprezza pienamente questa scelta.

Secondo il rapporto, le mete più gettonate dai ragazzi sono gli Usa, al 24% (seppur in discesa rispetto al 38% di tre anni fa), la Spagna, all’11%, il Regno Unito, al 10%, il Canada, al 7%, ma anche i Paesi del Centro-Sud America, al 5%, l’Est Europa, al 4%, e la Cina, all’1%. Chi fa le valigie e parte sono soprattutto le ragazze, 61% contro il 39% dei maschi, e gli studenti dei Licei (74%, +4% dal 2016), ma in forte crescita anche gli Istituti tecnici (30,7%,+7%) e professionali (27%, +12%). In aumento anche la mobilitazione studentesca al Sud: 43%, +12% dal 2016. E se c’è chi parte, c’è anche chi arriva: secondo il rapporto aumenta anche il numero degli studenti stranieri che partecipano a programmi di mobilità individuale in Italia, dai 2.800 di due anni fa ai 4.500 di quest’anno.

Una grande mano per i ragazzi sono le borse di studio, come afferma il 78% dei partecipanti ai programmi di mobilità studentesca di Intercultura intervistati per la ricerca: di questi, l’86% dei borsisti Intercultura è laureato e il 79% dichiara di aver sempre trovato o cambiato lavoro con facilità e di avere già raggiunto un livello di benessere socio-economico più elevato di quello della famiglia di origine.