Immobiliare

Locali commerciali: sì alla cedolare secca anche col canone variabile

È possibile usufruire del regime agevolato al 21% anche quando l’affitto prevede una quota di canone variabile: lo conferma l’Agenzia delle Entrate

Come stabilito dalla Legge di Bilancio in vigore fino al 31 dicembre 2019, i proprietari di locali commerciali possono avvalersi del regime agevolato in caso di locazione. Ma che cosa succede se il contratto prevede una quota di canone variabile? Come riportato in un articolo di Immobiliare.it, la cedolare secca per gli immobili commerciali è applicabile anche in caso di affitto con canone variabile.

Non solo locazioni residenziali

La possibilità di usufruire del regime agevolato della cedolare secca è stata estesa dalla Manovra 2019 anche agli immobili di categoria catastale C\1 (con superficie inferiore ai 600 mq). Il locatore paga un’aliquota del 21%, ma rinuncia alla facoltà di richiedere l’aggiornamento del canone, inclusa la variazione accertata dall’Istat.

E se il canone è variabile?

Il chiarimento arriva da una risposta dell’Agenzia delle Entrate, resa pubblica lo scorso 23 agosto, al quesito di un contribuente riguardo al canone di locazione. Qualora si stipuli un contratto d’affitto che preveda un canone con una quota annuale fissa e una variabile da calcolare sulla base dei ricavi della società locataria, la cedolare secca è applicabile? La risposta è stata chiara: sì, perché la parte variabile non ha nulla a che fare con l’aggiornamento del canone Istat. In altre parole, la disposizione che vieta di aumentare l’affitto tenendo conto della variazione dei prezzi accertata dall’Istituto nazionale di statistica non interferisce con il principio di libera determinazione del canone di locazione.