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Manager russo arrestato a Napoli per cospirazione, coinvolto un italiano. Mosca: “Usa ritirino la richiesta di estradizione”

L'ambasciata russa: "La pratica delle autorità statunitensi di dare la caccia ai cittadini russi in tutto il mondo è inaccettabile: va contro il diritto internazionale e porta anche a un ulteriore degrado e imprevedibilità delle relazioni Russia-Stati Uniti"

È nello spazio aereo e diplomatico tra Mosca-Washington-Napoli che viaggia una storia che sembra avere i soliti ingredienti della trita spy story, ma che invece rivela una partita economica rilevantissima per la Russia e per il settore aereo, all’indomani della crisi della Boeing innescata dagli incidenti dei 737 Max. La prima mossa è stata giocata venerdì 30 agosto quando Alexander Korshunov è sbarcato a Capodichino con la moglie per una asserita vacanza ed è stato arrestato perché su di lui pendeva un ordine di cattura internazionale.

La reazione di Mosca – L’uomo, 57 anni, è alto dirigente della società statale russa per la produzione di motori Odk e il suo fermo ha provocato la minacciosa reazione di Vladimir Putin. Si è trattato del prologo della risposta di Mosca che oggi ha chiesto “il ritiro immediato della richiesta di estradizione”. Mentre l’ambasciata russa, citata da Interfax, ha fatto sapere è stata espressa “una decisa protesta contro queste azioni illegittime“, sono state invocate “spiegazioni sui motivi del suo arresto” ed è stato “preteso il ritiro immediato della richiesta di estradizione del nostro connazionale. Abbiamo fatto presente che la pratica delle autorità statunitensi di dare la caccia ai cittadini russi in tutto il mondo è inaccettabile: va contro il diritto internazionale e porta anche a un ulteriore degrado e imprevedibilità delle relazioni Russia-Stati Uniti”.

Le accuse riguardano anche un italiano – Di cosa è accusato il manager russo da sei giorni nel carcere di Poggioreale prima tra criminali comuni suoi concittadini e poi spostato altrove? Di aver “rubato”, secondo le indagini dell’Fbi, le informazioni su un riduttore a ingranaggi per accessori di propulsori a reazione che Avio Aero progetta e produce per conto di General Electric Aviation System. Avio Aero ha circa 4mila addetti nelle sedi di Torino, Brindisi e Pomigliano d’Arco, collegio elettorale del neo ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Che dovrebbe occuparsi personalmente di questa vicenda. Korshunov avrebbe pagato dipendenti e un ex dipendente di Avio Aero, negli incontri da lui organizzati nel giugno del 2013 al Paris Air Show a Le-Bourget, in Francia, e poi nel 2014 a Milano, per discutere le relazioni tecniche.

Con il manager russo, come ha fatto sapere il Dipartimento di Giustizia americano, è stato incriminato anche un cittadino italiano, il 59enne Maurizio Paolo Bianchi. Per entrambi l’accusa di cospirazione per il furto di segreti commerciali ad una società americana nel settore dell’aviazione. Accuse formalizzate il 21 agosto scorso e trasformatesi in un ordine di cattura internazionale notificato il 30 agosto. Bianchi, ex direttore della controllata italiana di GE Aviation, come sostiene il Dipartimento di Giustizia, è stato responsabile del business in Cina, Russia e Asia. Dopo aver lasciato la società, è andato a lavorare per Aernova, a Forlì. Il manager russo ha lavorato all’United Engine Corp (Uec), che comprende la controllata Aviadvigatel, inserita nel settembre del 2018 dal dipartimento del Commercio americano nella lista delle entità che agiscono contro gli interessi di sicurezza nazionale e politica estera degli Stati Uniti. Tra Aernova e Aviadvigatel, ricostruiscono gli americani, esisteva un contratto.

Secondo le accuse del dipartimento di Giustizia americano, si ritiene che tra il 2013 ed il 2018 Bianchi, per conto di Korshunov, abbia assoldato ex dipendenti o attuali della controllata italiana di GE Aviation per portare a termine lavori di consulenza sui riduttori dei motori degli aerei. Ed è così che sarebbero stati usati segreti commerciali di proprietà della GE Aviaton per compilare rapporti tecnici. In particolare gli sforzi sarebbero stati concentrati sui riduttori prodotti da Avio Aero. Korshunov avrebbe pagato i dipendenti ed ex di Avio Aero negli incontri da lui organizzati nel giugno del 2013 al Paris Air Show a Le-Bourget, in Francia, e poi nel 2014 a Milano, per discutere le relazioni tecniche. Rischiano fino a 10 anni di carcere. Il ministero della Giustizia è in attesa della richiesta di estradizione che a sua volta la trasmetterà alla corte d’Appello, deputata a decidere nel merito. La decisione nel merito potrebbe arrivare entro 30 giorni o, al massimo, entro 120 qualora fossero necessarie delle integrazioni. Non è esclusa la possibilità il manager sia sentito attraverso una rogatoria internazionale Korshunov dall’Fbi anche attraverso la video conferenza.

Il motore da completare e le sanzioni – Ma perché sono così importanti queste rapporti? Le informazioni che sarebbero state sottratte sono necessarie a realizzare un riduttore a ingranaggi per accessori di propulsori a reazione che Avio Aero progetta e produce per conto di General Electric Aviation System. Il riduttore è un componente necessario al progetto PD-14 ed è un propulsore a getto di tipo Turbofan da 12-15 tonnellate di spinta (in base alle diverse configurazioni) sviluppato dalla società russa Aviadvigatel, specializzata nella realizzazione di motori aeronautici per uso civile. Il PD-14 dovrà alimentare il velivolo bimotore da trasporto commerciale Irkut MC-21. A bordo dei velivoli Irkut MC-21 i nuovi motori PD-14 devono sostituire gli americani Pratt & Whitney che sono sottoposti a sanzioni commerciali. Nel progetto erano infatti originariamente previsti i propulsori Pratt & Whitney PW1431G. La prima consegna del velivolo è o era prevista entro il 2020. Il primo volo sperimentale è avvenuto nel maggio 2017. Caratteristica principale del velivolo sarà la realizzazione di diversi componenti in fibra di carbonio, con una riduzione del peso e dei consumi di circa il 25%. Il costo dell’intero progetto è stimato intorno ai 164 miliardi di rubli, ovvero circa 3,4 miliardi di euro.

La crisi di Boeing – L’Irkut MC-21 ha l’obiettivo di sostituire i vecchi modelli Tupolev Tu-154 e Tupolev Tu-204/214 nella produzione aeronautica russa e di porsi in concorrenza con Airbus e Boeing nel mercato dei velivoli a fusoliera stretta, ovvero gli aerei di linea a corridoio singolo, che hanno diametro della fusoliera che va dai 3 ai 4 metri, con 5 o 6 posti adiacenti per ogni fila in classe economica. I velivoli comparabili in termini di dimensioni e prestazioni con L’Irkut MC-21 sono l’Airbus A320 ed il Boeing 737, anche lo sfortunato 737 Max i cui incidenti, a causa di errori nel software, hanno indebolito l’azienda americana.

Basti pensare che la crisi del 737 Max tra aprile-giugno ha portato a un calo del 35% dei ricavi: si è passati da 24,5 miliardi ai 15,7 miliardi di dollari a fronte dello stesso periodo dello scorso anno. Uno scarto accompagnato da un rosso trimestrale record, 2,94 miliardi di dollari rispetto a un utile di 2,2 miliardi nel 2018. E con conti così deludenti hanno portato il colosso ad avvertire che la produzione del velivolo potrebbe essere sospesa in caso di ritardi significativi nel suo ritorno a volare. Va da sé che avere un aereo che si inserisce proprio in quella fascia è una questione che può riguardare da vicino anche il presidente della Russia.

Aggiornato alle 18.20 da redazione web