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Pordenone, al funerale “non è gradita la presenza della figlia e del genero”: la strana epigrafe con la richiesta della defunta

Le epigrafi vengono stampate e affisse ai muri di paesi e città per annunciare la scomparsa del caro estinto, accompagnando l'informazione, corredata di fotografia, con l'indicazione del luogo e dell'ora in cui si terranno i funerali e la sepoltura. Nel caso di Anita Facca, vedova Lisetto, invece è comparso un invito insolito

FONTANAFREDDA – “Sicuramente è un fatto inconsueto, che non mi era mai accaduto prima durante il mio ministero di parroco e di sacerdote”. Don Andrea Della Bianca, che sovrintende alla parrocchia di San Giorgio Martire a Fontanfredda, in provincia di Pordenone, commenta con queste parole l’insolita epigrafe che ha annunciato il funerale di una donna di 86 anni. Perché le epigrafi vengono stampate e affisse ai muri di paesi e città per annunciare la scomparsa del caro estinto, accompagnando l’informazione, corredata di fotografia, con l’indicazione del luogo e dell’ora in cui si terranno i funerali e la sepoltura. Nel caso di Anita Facca, vedova Lisetto, invece è comparso uno strano invito. “Come espressamente richiesto dalla cara Anita non è gradita la presenza della figlia e del genero”. L’annuncio della morte, “con profondo dolore”, è stato dato dall’altro figlio, Loris, assieme alla nuora Luana e a tutti i parenti.

E’ stato proprio Loris Lisetto a mettersi in contatto con il parroco per definire i dettagli del funerale celebrato nella chiesa di San Giorgio Martire. Ed è stato in quella occasione che ha informato il sacerdote delle intenzioni della madre di non volere la la presenza della figlia. In molte famiglie si nascondono ruggini nei rapporti interpersonali, ma la decisione di interdire la presenza al funerale di un congiunto così stretto è sicuramente un fatto eccezionale. Intervistato da “Il MessaggeroVeneto”, Loris Lisetto ha dichiarato: “Ho solamente dato corso alla volontà di mia madre”. Da parte sua, il parroco ha celebrato il funerale senza che si verificassero episodi spiacevoli. “Conoscevo bene Anita, perché era una mia parrocchiana, a cui portavo regolarmente la comunione, quando non poteva uscire di casa” ha spiegato don Andrea. Sui motivi del dissapore familiare i parenti si sono chiusi in uno stretto riserbo.