Giustizia & Impunità

Voto di scambio, in Sicilia chiesti 87 rinvii a giudizio: ci sono anche ex sindaci, un deputato della Lega e l’assessore di Musumeci

È lunga la lista dei politici che il prossimo 4 dicembre dovranno presentarsi di fronte al giudice per l'udienza preliminare Claudio Bencivinni e per i quali il pm di Termini Imerese Annadomenica Gallucci ha chiesto il rinvio a giudizio per 87 persone. Dal voto di scambio all’attentato ai diritti politici: sono solo alcuni dei reati che sarebbero stati commessi in occasione delle ultime elezioni regionali e di alcune elezioni amministrative in Sicilia

C’è un assessore della giunta regionale di Nello Musumeci, e il capogruppo all’Ars del movimento del governatore. L’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e l’attuale deputato della Lega Alessandro Pagano. È lunga la lista dei politici che il prossimo 4 dicembre dovranno presentarsi di fronte al giudice per l’udienza preliminare Claudio Bencivinni e per i quali il pm di Termini Imerese Annadomenica Gallucci ha chiesto il rinvio a giudizio per 87 persone. Dal voto di scambio all’attentato ai diritti politici: sono solo alcuni dei reati che sarebbero stati commessi in occasione delle ultime elezioni regionali e di alcune elezioni amministrative in Sicilia. L’accusa coinvolge, a vario titolo, deputati, sindaci, professionisti, avvocati e semplici cittadini che avrebbero venduto, appunto, il proprio voto in cambio di un posto di lavoro.

Cuffaro e l’assunzione all’Ars – L’ex presidente della Regione, secondo l’accusa, sarebbe intervenuto in occasione delle ultime elezioni regionali sostenendo il candidato Filippo Tripoli che non riuscì a centrare l’elezione all’Ars, ma che pochi mesi fa è diventato il nuovo sindaco di Bagheria, succedendo al grillino Patrizio Cinque. L’accusa a Cuffaro è quella di aver promesso l’assunzione all’Ars di Giuseppe Amodeo, un attivista del partito dei Popolari e autonomisti in cambio del sostegno a Tripoli. Amodeo inizierà a lavorare effettivamente col gruppo parlamentare nell’aprile del 2018. Quest’ultimo non risulta tra le persone che i pm vogliono rinviare a giudizio. “Amodeo – ha spiegato Cuffaro – è un dirigente politico, e non credo avesse bisogno di promesse di lavoro per votare Tripoli col quale ha collaborato per tutta la campagna elettorale”.

L’assessore di Musumeci – All’assessore Salvatore Cordaro, invece, i pm contestano l’assunzione di un corriere che avrebbe “portato voti” all’allora candidato alle comunali di Termini Imerese Francesco Giunta (eletto, e dimessosi dopo essere stato accusato di peculato), sostenuto dall’attuale componente della giunta di Nello Musumeci. Che non ha risparmiato critiche alla Procura per l’attribuzione di una ‘recidiva’ che sarebbe stata il frutto di un “errore grossolano” protestò Cordaro, cioè un caso di omonimia. Il capogruppo all’Ars del movimento del governatore, Alessandro Aricò, avrebbe invece promesso l’assunzione di un tirocinante presso il “centro Salus”, per 500 euro al mese, in cambio del sostegno alle ultime elezioni regionali.

Leghisti ed ex leghisti – L’indagine a carico del deputato alla Camera della Lega, Alessandro Pagano, si lega alla vicenda, a tratti surreale, dei fratelli Mario e Salvino Caputo. Quest’ultimo è un ex deputato del Pdl all’Ars, il primo in Sicilia a essere costretto a lasciare il suo seggio a causa dell’entrata in vigore della legge Severino. Quella dei Caputo, secondo l’accusa, è la storia di un “presunto inganno”: Mario infatti, avrebbe solo ‘prestato’ il proprio nome al fratello Salvino, vero candidato alle ultime elezioni regionali nella lista della Lega, nel 2017. A suggerire la “mossa”, secondo la Procura, sarebbero stati il deputato della Lega alla Camera, Alessandro Pagano e l’ex coordinatore di Noi con Salvini, Angelo Attaguile che si sono detti estranei alla vicenda.

Elezioni regionali, quelle del 2017, su cui si è quindi allungata quindi l’ombra del voto di scambio e delle irregolarità. È il caso delle accuse rivolte a Giuseppe Ferrarello, ex sindaco di Gangi e candidato a sostegno dell’aspirante governatore del centrosinistra, Fabrizio Micari. I pm accusano Ferrarello di essere intervenuto, con la compiacenza dei presidenti di alcune sezioni elettorali, per evitare che alcune schede contestate venissero annullate. Ma non solo. In due occasioni spuntano anche delle presunte promesse di lavoro in cambio di voti. Non solo elezioni regionali, però, come detto. Le accuse nei confronti degli ex leghisti Caputo, ad esempio, riguardano anche alcune presunte compravendite di voti per le elezioni amministrative a Termini Imerese, dove Salvino Caputo sosteneva l’ex sindaco Francesco Giunta. Il politico avrebbe promesso assunzioni in ditte di pulizie, in supermercati, in negozi, in un istituto di vigilanza, in una clinica. E ancora, ecco le promesse di lavorare come educatrice, quelle di un trasferimento da una Azienda sanitaria all’altra, ma anche iscrizioni a un corso per operatori socio-sanitari, alla facoltà rumena di Medicina a Enna, voluta dall’ex senatore Pd Mirello Crisafulli, e persino una “soffiata” utile a superare il test di acceso alla facoltà di Scienze infermieristiche.