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Usa, si è suicidato in carcere il miliardario Jeffrey Epstein: era accusato di traffico di minori e abusi sessuali

Il finanziere è stato trovato impiccato nella sua cella intorno alle 7.30 di sabato mattina. Dalle carte in mano alla Corte che si occupa del suo caso emerge che Epstein reclutò almeno una delle sue vittime nel resort di Mar-a-Lago, la residenza in Florida di Donald Trump nota ormai come la Casa Bianca d’inverno

Si è suicidato in carcere Jeffrey Epstein, il finanziere americano travolto da uno scandalo sessuale e arrestato lo scorso luglio con l’accusa di di abusi, sfruttamento della prostituzione femminile e traffico di minori. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato impiccato dagli agenti nella cella del carcere di Manhattan, lo stesso penitenziario di New York dove passò due anni anche El Chapo, dove era recluso in attesa del processo a suo carico che avrebbe dovuto iniziare nel giugno del 2020, per dare tempo alla difesa di studiare tutte le carte. La scoperta verso le 7.30 del mattino: il miliardario era già stato messo sotto sorveglianza dopo lo scorso 23 luglio aveva già tentato il suicidio ed era stato ritrovato riverso sul pavimento della sua cella in stato di semicoscienza con vistose ferite al collo. Nelle ultime ore erano state diffuse le carte della corte in cui si descrivono le attività illegali in cui Epstein era stato coinvolto, con ulteriori dettagli scabrosi e imbarazzanti sulle abitudini sessuali del finanziere.

Epstein, 66 anni, si era sempre difeso negando le accuse e dichiarandosi innocente ma su di lui incombeva il rischio di una condanna fino a 45 anni di carcere. Nell’ultima udienza davanti al giudice distrettuale di New York, Richard M. Berman, il 31 luglio scorso, il finanziere era apparso molto stanco e provato, con ancora ben visibili al collo i segni del tentativo di suicidio, e aveva ascoltato passivamente le decisioni del giudice. Già nel 2007 era stato accusato di reati simili e aveva raggiunto un controverso accordo di patteggiamento con l’Attorney general di Miami, allora Alexander Acosta, che gli aveva risparmiato incriminazioni federali. Acosta era stato costretto a dimettersi dalla carica di segretario del lavoro.

Dalle carte in mano alla Corte che si occupa del suo caso emerge che Epstein reclutò almeno una delle sue vittime nel resort di Mar-a-Lago, la residenza in Florida di Donald Trump nota ormai come la Casa Bianca d’inverno. Gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di una donna che circa 20 anni fa, quando era minorenne, lavorava nel resort come addetta agli spogliatoio. Lì fu reclutata per fare dei massaggi al finanziere che – ha raccontato – spesso si trasformavano in prestazioni sessuali. Non solo, dalle indagini è emerso che al finanziere piacevano le orge con ragazze minorenni, organizzate nella sua lussuosissima mansion di Manhattan o in quella agli Hamptons, e pretendeva almeno tre orgasmi al giorno, prediligendo anche l’uso di sexy toys.

Aveva poi un’assistente che gli procurava le ragazze e un maggiordomo che alla fine ripuliva e faceva sparire ogni traccia di ciò che accadeva. In centinaia di pagine, diffuse nelle ultime ore, si ricostruiscono tutte le attività illegali del miliardario finanziere e le sue perversioni, compresi i dettagli più scabrosi e imbarazzanti. Tutto basato sulle testimonianze anche di alcune delle vittime di Epstein, soprattutto quella di Virginia Robert Giuffre, che ha accusato il finanziere di averla ridotta ad una “schiava sessuale” quando aveva solo 14 anni.