Cronaca

Vimercate, bambina di 10 anni “ha assunto sostanze ansiolitiche”. L’azienda sanitaria: “Non possiamo dire che era cocainomane”

Il medico che questa mattina aveva raccontato la storia al Quotidiano Nazionale ha poi ridimensionato le sue affermazioni. La storia raccontata dal Quotidiano Nazionale. L'Asst: "L'intervento mediatico del nostro dipartimento Salute mentale ha avuto esclusivamente la finalità di evidenziare un diffuso disagio giovanile sempre più drammaticamente precoce"

“La piccola paziente non è stata mai abituale consumatrice di sostanze stupefacenti, né tanto meno di sostanze come la cocaina”, ma ha “assunto sostanze ansiolitiche”. Così in una nota l’Azienda sanitaria di Vimercate ridimensiona la vicenda della bambina di 10 anni “positiva alla cocaina”, raccontata questa mattina dal Quotidiano Nazionale dopo l’intervista rilasciata dal direttore del Dipartimento di salute mentale, Antonio Amatulli. Il primario aveva infatti affermato che la piccola “aveva fatto uso sporadico di sostanze stupefacenti”, anche se non era ancora chiaro come l’alunna di quinta elementare avesse reperito la droga.

Arrivata per la seconda volta in pronto soccorso al termine di una crisi di nervi, la piccola è stata subito fatta vedere agli psichiatri e sottoposta alle analisi cliniche. Già dopo il primo episodio, avvenuto qualche mese fa, i carabinieri avevano avviato un’indagine, coordinata dalla procura dei minori. Le analisi, finite nel fascicolo relativo alla piccola, però, avevano mostrato “solamente” tracce di benzodiazepine, sostanze contenute negli psicofarmaci. Nessun segno, invece, di stupefacenti.

Il Procuratore Capo dei Minorenni di Milano Ciro Cascone, a conoscenza del caso, ha dichiarato che “si tratta di una bambina con un disagio nel cui dettaglio non entro, seguita a dovere anche dalla famiglia”. Poi ha aggiunto “nel nostro fascicolo, aperto già in precedenza per un altro ricovero, non vi è traccia di cocaina in nessun referto”. “Ci sono delle situazioni ematiche che non danno risultati univoci – ha spiegato ancora Amatulli – È importante sapere che un caso particolarmente delicato per l’età. Non assumeva con regolarità stupefacenti. Poteva esserci incappata, ma non è questa la cosa principale”.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei militari la piccola arriva da un contesto familiare problematico, seguito dai servizi sociali di un comune del monzese, anche se i genitori, come riporta il QN, non hanno storie di droga alle spalle. Ad allarmare i parenti una serie di comportamenti aggressivi, agitati e violenti della bambina. La piccola era spesso sola in casa, anche se la situazione non era mai arrivata a tanto. Di certo, c’è che la bambina aveva dei “problemi di comportamento”, e “sia era allontanata spesso da casa”, assicura il primario sottolineando che la vicenda è “particolarmente allarmante”.

L’intervento mediatico del nostro dipartimento Salute mentale ha avuto esclusivamente la finalità di evidenziare un diffuso disagio giovanile sempre più drammaticamente precoce”, si legge ancora nella note dell’Asst. “È ormai comune, infatti, imbattersi in ragazzini di 12 o 13 anni che fanno uso di alcol e marijuana – conclude Amatulli – e non è infrequente che in poco tempo passino alla cocaina o alle droghe pesanti”.