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Migranti, nave Alan Kurdi fa rotta verso Malta: “C’è un bambino di 4 anni ferito, sono queste le persone da cui deve difendersi l’Italia”

Il minore è stato colpito da un'arma da fuoco, probabilmente durante la permanenza in Libia. Gorden Isler, uno dei responsabili della nave della ong Sea Eye, polemizza con il ministro dell'Interno: "Non offriremo a Matteo Salvini un’altra occasione per uno show così indegno"

La Alan Kurdi fa rotta verso Malta. Ad accelerare i tempi della scelta è l’esigenza dell’equipaggio di far sbarcare il prima possibile un bambino di quattro anni che riporta una ferita di 10 centimetri causata da un colpo di arma da fuoco. “Queste sono le persone da cui l’Italia deve essere protetta. Si chiama Djokovic, come un giocatore di tennis europeo. In Libia, ha subito una ferita da arma da fuoco. Dovremmo riportarlo lì? Lo stiamo portando a Malta ora”, ha scritto Gorden Isler, uno dei responsabili della nave della ong Sea Eye, polemizzando col ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

La nave, con ancora 40 persone a bordo soccorse il 31 luglio al largo delle coste libiche, ha quindi virato verso l’isola europea, dopo aver inizialmente puntato verso Lampedusa, nonostante la notifica del divieto d’ingresso rilasciata dal Ministero dell’Interno e firmata anche dai ministri dei Trasporti e della Difesa italiani. Tra i naufraghi ci sono in totale 15 minori, tre sono figli di una donna del Camerun. A bordo c’è anche una donna incinta. “Non offriremo a Matteo Salvini – sottolinea Gorden Isler – un’altra occasione per uno show così indegno. Prendiamo sul serio le nostre responsabilità verso le persone salvate e ora andiamo a Malta. Abbiamo ancora a disposizione il diesel necessario per arrivarci e possiamo quindi prendere questa decisione autonomamente”.

Nelle scorse ore, il capomissione Barbara Held aveva chiesto a Lampedusa l’assegnazione di un porto sicuro. “Abbiamo in particolare sottolineato che a bordo c’è una famiglia con tre figli, una donna incinta e altri 12 minori”, aveva detto. Alan Kurdi, in quel momento, si trovava a circa 20 miglia nautiche da Lampedusa. L’Italia, tuttavia, ha indicato Malta come punto di riferimento scrivendo che dall’isola avrebbero potuto inviare un medico in caso di emergenza. “Roma – scrive la ong in una nota -non ha prestato ulteriore attenzione alle necessità di protezione di numerose persone a bordo. La famiglia del Camerun, una donna incinta e 12 minori hanno dovuto trascorrere un’altra notte sulle assi di legno della nave”.

Sulla futura ripartizione dei 40 migranti a bordo si sta discutendo anche a Bruxelles e tra alcuni Paesi membri dell’Ue per capire le diverse disponibilità: “Il ruolo della Commissione è essere sempre costruttiva con tutti gli Stati membri e cercare soluzioni con cui fornire sostegno a quei Paesi che ne hanno bisogno e dare coordinamento – ha spiegato la portavoce Mina Andreeva – La Commissione ha avviato contatti per offrire sostegno e coordinamento agli Stati che vogliano prender parte a sforzi di solidarietà riguardanti i migranti attualmente a bordo della nave Alan Kurdi. I contatti proseguono, ci sono già alcuni Stati membri che hanno espresso la volontà di accettare ricollocamenti”.