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Giubbotto di salvataggio hi-tech per cani da soccorso: trasmette i comandi a distanza con le vibrazioni

Grazie a un giubbotto di salvataggio equipaggiato con quattro motori a vibrazioni, i cani da soccorso possono recepire comandi a distanza. Potrebbe essere prezioso quando i padroni sono troppo distanti per udire il fischietto.

I cani da soccorso sono fondamentali per salvare vite nelle condizioni difficili che si verificano in caso di catastrofi naturali, incidenti e altro. Non sempre i soccorritori umani possono affiancarli, i ricercatori della Ben-Gurion University of the Negev, in Israele, hanno trovato un modo per dare loro comandi a distanza sfruttando il feedback aptico.

Anche se questo termine è sconosciuto ai più, quasi tutti conoscono bene l’effetto che fa. È la vibrazione che si percepisce al tatto in risposta a comandi specifici azionati. Ad esempio, è quello che si verifica quando lo smartphone vibra dopo avere selezionato uno dei tasti funzione. Il ricercatore Yoav Golan e i colleghi hanno pensato di modificare il giubbotto di salvataggio che indossano i cani da soccorso per fare in modo che possa rispondere a sollecitazioni come la vibrazione aptica. Sostituisce i comandi vocali, i segnali visivi o il fischietto, nelle situazioni in cui l’animale non potrebbe sentirli o vederli.

 

Il cane apprende tramite addestramento il significato di sequenze specifiche di vibrazioni, e durante le operazioni di soccorso esegue i comandi comunicati in questa modalità. Il giubbotto, in dettaglio, integra quattro motori a vibrazione, ciascuno dei quali può essere controllato separatamente. “I motori sono programmati per eseguire schemi di vibrazione preimpostati, basati su un segnale di ingresso proveniente da un telecomando” spiega Golan.

I ricercatori hanno poi usato il prototipo per addestrare i cani ad apprendere questo tipo di comando. “Abbiamo insegnato a un cane quattro comandi con segnali tattili, eliminando intenzionalmente qualsiasi significato spaziale”, spiega Goland. L’esperimento ha dimostrato che i cani sono perfettamente in grado di apprendere questo tipo di comunicazione e di rispondere con l’azione desiderata. Ad esempio, hanno ruotato su sé stessi e fatto “marcia indietro” rispondendo alle rispettive sollecitazioni.

Foto: Jonathan Atari

 

Il prossimo passo nella ricerca è di testare questa tecnologia su un ampio numero di cani di razze, età e contesti di allenamento differenti, per comprendere la velocità con cui possono apprendere i comandi aptici, quali tipi di comandi sono più facili da distinguere e se una pelliccia più o meno folta possa cambiare la percezione delle sensazioni ricevute.