Cronaca

Migranti: la storia di Bouba, il primo laureato con protezione internazionale in Italia: “Il mio sogno in Mali era un master in Europa”

Si è laureato a Sassari alla magistrale in Pianificazione e politiche per la città, l'ambiente e il paesaggi con 110 e lode. Alla discussione era presente anche la comunità maliana locale. "Un giorno vorrei diventare professore, continuare a studiare, fare ricerca e insegnare"

Il suo vero nome è Bakari Coulibaly, ma tutti lo chiamano Bouba, viene dal Mali ed è il primo laureato con protezione internazionale in Italia, dopo che il 17 luglio ha conseguito all’Università di Sassari il titolo magistrale in Pianificazione e politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio.

È arrivato in Sardegna, ad Alghero, nel 2016, dopo aver lasciato il suo Paese. “Quando studiavo a Bamako desideravo tanto fare un master in Europa – racconta – Sembrava un sogno irrealizzabile, si è concretizzato e sono felicissimo”. Bouba era iscritto all’università della capitale quando era in Mali, ma a un certo punto è stato costretto a interrompere il suo percorso. La sua opportunità è stata una borsa di studio della Conferenza dei rettori delle università italiane e del ministero dell’Interno per rifugiati e titolari di protezione sussidiaria.

Una volta in Italia si è immatricolato al Dipartimento di Architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari e tre anni dopo si è laureato con una tesi dal titolo “La cultura Maliana e gli effetti urbani delle migrazioni”, raggiungendo il massimo dei voti: 110 con lode. Al suo fianco ha avuto docenti impegnati nel sostegno del valore del multiculturalismo e che hanno seguito il suo lavoro. Prima fra tutti la sua relatrice, la professoressa Silvia Serreli, delegata rettorale per le politiche d’integrazione dei migranti e rifugiati. Durante il suo percorso, Bakari ha passato anche 5 mesi a Barcellona con il programma Erasmus Plus.

Alla discussione ha partecipato anche la comunità maliana locale che ha festeggiato con lui il traguardo della laurea. “Era un sogno irrealizzabile per diverse ragioni- ha detto Bouba, augurandosi che il suo sia un esempio per tanti altri -, eppure ho provato a seguire un sogno e ho camminato a lungo verso l’Europa. Questa tesi è la mia utopia e da qui ripartirò per costruirne altre”. Il cammino di Bouba, infatti, non si ferma alla laurea. Il neo dottore, che nel frattempo lavora in un ristorante di Alghero e vive con dei suoi colleghi e amici, ha già un’altro obiettivo da rincorrere: “Un giorno vorrei diventare professore, continuare a studiare, fare ricerca e insegnare“.