Cronaca

Ferrara, violate norme antisismiche: Gdf sequestra parte dello stadio della Spal. La denuncia: “Pericolo per gli spettatori”

Al momento, sono indagate 8 persone: direttore dei lavori, collaudatori e imprenditori che hanno eseguito i lavori. I reati contestati sono, a vario titolo, il falso ideologico e la frode in pubbliche forniture. Perquisizioni in varie città. I dirigenti biancazzurri ora dovranno capire se il sequestro pregiudicherà l'avvio del campionato 2019-2020 e, nel caso, dovranno cercare un nuovo stadio (idoneo) dove farsi ospitare

Presunte anomalie strutturali nell’esecuzione dei lavori, certificati falsi e violazione delle norme antisismiche. Si apre il caso giudiziario a Ferrara, nella vicenda relativa all’ampliamento dello stadio “Paolo Mazza“, dove gioca la squadra di calcio locale della Spal.  La Guardia di Finanza, infatti, ha sequestrato tutta la parte “nuova” dell’impianto comunale, in particolare le coperture delle tribune nord ed est e la gradinata. Le strutture erano state interessate da una profonda ristrutturazione, resesi necessarie dopo la prima salvezza in Serie A ottenuta dalla compagine locale, nell’estate 2018, dovendo assicurare almeno 16mila posti a sedere.

Tutto sarebbe partito da una denuncia, dopo alcuni mesi dall’ultimazione dei lavori, partita da una delle imprese sub-appaltatrici, che ha spedito alla Spal, al Coni e alle autorità locali una diffida all’utilizzo delle strutture, poiché sussisterebbero “criticità severe nella esecuzione delle procedure di montaggio tali da esporre gli spettatori a pericoli reali e sussistenti“. Da qui sono partite le verifiche delle Fiamme Gialle di Ferrara, che ha quindi rilevato le prime irregolarità. Successivamente, i consulenti tecnici interpellati dalla Procura di Ferrara hanno evidenziato come si sia andati ad agire sui certificati in fase di collaudo, a seguito delle prove di carico.

Al momento, sono indagate 8 persone: direttore dei lavori, collaudatori e imprenditori che hanno eseguito i lavori. Fra loro anche Giuseppe Tassi, titolare della principale ditta che ha lavorato all’ampliamento dell’impianto. La Tassi Group, peraltro, è sulle magliette di gioco della Spal, come sponsor dei biancazzurri dal 2017.  I reati contestati sono, a vario titolo, il falso ideologico e la frode in pubbliche forniture. Perquisizioni in varie città, fra cui Ferrara, Bologna, Modena, Treviso, Arezzo, Campobasso, Taranto e Rovigo. La società Spal, cui è affidata la gestione dell’impianto, e il Comune di Ferrara, che ne ha la proprietà, sono parti lese. Anzi, i dirigenti biancazzurri sarebbero al lavoro per capire se la vicenda del sequestro possa pregiudicare in qualche modo l’avvio del prossimo campionato di Serie A, previsto per il penultimo week-end di agosto. Secondo fonti della Procura ferrarese, infatti, è difficile che prima di un paio di mesi, come minimo, ci siano le conclusioni. La società ferrarese potrebbe chiedere di giocare le prime de partite in trasferta, ma se i periti dovessero accertare che le norme antisismiche sono state effettivamente violate, parte dello stadio potrebbe essere interdetto e la Spal sarebbe costretta a trovarsi un’altra casa, a Reggio Emilia piuttosto che a Padova o a Cesena.

“Siamo allibiti da quanto sta succedendo, sono stato contattato questa mattina dai miei clienti perché erano in corso le perquisizioni, ma non ho potuto vedere ancora il fascicolo quindi non so esattamente cosa gli viene contestato. Dobbiamo valutare tante cose”. A parlare è l’avvocato Vincenzo Bellitti, del foro di Ferrara, che assiste il direttore dei lavori e un collaudatore. “Gli investigatori sono stati a casa e negli uffici dei miei assistiti e hanno acquisito determinati documenti – ha spiegato il legale – in ogni modo bastava chiederli e li avremmo consegnati immediatamente. È presto per aggiungere altro, posso solo dire che li ho sentiti e sono comunque sereni“.