Scuola

Vaccini, i genitori non devono più presentare i certificati alle scuole. L’obbligo rimane per chi non è in regola

Grazie all'anagrafe vaccinale le asl e gli istituti scolastici si parlano in tutte le regioni d'Italia, tranne che nelle province di Trento e Bolzano. Coloro che non hanno ottemperato alle profilassi per i propri piccoli, avranno 10 giorni di tempo per presentare la documentazione cartacea agli istituti

L’obbligo vaccinale rimane, ma il certificato cartaceo non serve più. In vista dell’anno scolastico 2019-2020, i genitori non dovranno più occuparsi di presentare l’attestazione delle Asl di appartenenza per iscrivere i loro figli a scuola. Cade dunque la scadenza del 10 luglio per la consegna dei documenti, prevista dalla Legge Lorenzin. Grazie all’anagrafe vaccinale – che fa dialogare il sistema automatizzato fra aziende sanitarie e istituti scolastici – sarà tutto automatico. A precisarlo sono stati il ministero della Salute e quello all’Istruzione. Sarà necessario presentare la certificazione cartacea delle avvenute vaccinazioni solo nel caso in cui, dopo lo scambio dei dati tra le Asl e le scuole, emergesse che il proprio bambino non sia in regola con gli obblighi previsti ai fini dell’iscrizione scolastica.

Resta, ovviamente, l’obbligo di sottoporre i piccoli alle vaccinazioni obbligatorie. Le varie situazioni irregolari di genitori sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori. A quel punto mamme e papà avranno 10 giorni di tempo per portarli a scuola. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha istituito l’anagrafe nazionale con decreto ministeriale del 18 settembre scorso. Tutte le regioni hanno avviato da aprile la trasmissione dei dati, tranne le Province autonome di Trento e Bolzano che saranno presto a regime. L’annuncio arriva l’indomani di una dichiarazioni dell’associazione presidi che si dichiarava pronta a raccogliere la documentazione, comunque senza problemi.

In attesa che il Parlamento decida sul varo del cosiddetto ‘obbligo vaccinale flessibile‘ (la vaccinazione resterebbe obbligatoria solo “in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo”), resta in vigore la legge Lorenzin: prevede l’obbligo della vaccinazione per le iscrizioni all’asilo nido e alla scuola materna e, con modalità diverse, riguarda anche le scuole elementari, scuole medie e i primi due anni delle superiori, fino ai 16 anni.  Di conseguenza i bambini da 0 a 6 anni non in regola con le vaccinazioni non potranno accedere agli asili nido e alle scuole dell’infanzia. Bambini e ragazzi nella fascia d’età da 6 a 16 anni potranno invece entrare a scuola.

In entrambi i casi, se i genitori rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da parte delle Asl, incorreranno nelle sanzioni pecuniarie previste dalla legge. Le vaccinazioni obbligatorie previste sono dieci. Si tratta di anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. “Abbiamo fatto tantissime audizioni per rendere il dibattito il più ampio possibile – ha detto Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Sanità del Senato – Adesso siamo in attesa dell’ultimo parere della Commissione Bilancio al testo. Una volta ottenuto si voteranno gli emendamenti in Commissione Igiene e Sanità e mi auguro di riuscire ad approvare il testo in Commissione entro fine luglio“.