Politica

Marina Militare, nomina del governo in extremis: l’ex capo degli incursori Cavo Dragone nuovo capo di Stato maggiore

La spunta l'ammiraglio, ex comandante dell'Accademia di Livorno e attuale comandante del vertice interforze. Incarico che ha avuto il suo peso agli occhi del Quirinale e nella decisione finale della ministra Trenta

L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone è il nuovo capo di Stato maggiore della Marina militare. E’ stato il consiglio dei ministri ad approvare la nomina su proposta della ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Una nomina in extremis: la cerimonia di avvicendamento tra l’attuale comandante Valter Girardelli e il suo successore era stata già fissata per domani, venerdì 21.

Cavo Dragone, ammiraglio di squadra da tre anni, finora è stato comandante del Comando operativo di vertice interforze, primo ufficiale generale non proveniente dalle fila dell’esercito, nel quale esercito, Marina, Aeronautica e carabinieri agiscono in un’unica struttura. Proprio questo incarico più recente (e questa linea direttrice di integrazione tra le forze armate) ha pesato – secondo varie ricostruzioni dei giornali – sulla nomina finale a capo di Stato maggiore. In particolare agli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che per ruolo è comandante delle forze armate. Tra gli altri candidati alla guida della Marina giravano anche i nomi anche gli ammiragli Paolo Treu, attuale numero due, considerato alla vigilia il preferito della ministra Trenta, e Carlo Massagli, a favore del quale sarebbe stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte di cui Massagli è consigliere, rimasto a Palazzo Chigi dopo l’esperienza già con i predecessori Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Su Cavo Dragone, invece, sembrava puntare la parte leghista dell’esecutivo.

Cavo Dragone, 62 anni, è stato tra le altre cose, nel corso della sua carriera, pilota di elicotteri in Libano, comandante della portaerei Garibaldi, capo degli incursori del Comsubin, dell’Accademia Navale di Livorno (che prepara tutti gli ufficiali della Marina) e del comando che gestisce tutte le operazioni all’estero. Nel suo curriculum è entrato anche il compito di perito (e coordinatore) nel collegio di consulenti nominati dal gip del tribunale di Grosseto per l’incidente probatorio del processo sul naufragio della Costa Concordia, per il quale è stato poi condannato il capitano della nave da crociera, Francesco Schettino. Tra gli aspetti che il collegio guidato da Cavo Dragone smentì anche quella della presunta manovra di salvataggio di Schettino dopo lo schianto sugli scogli del Giglio.