Diritti

Cane da assistenza personale, la proposta: “Serve una legge che estenda il servizio a qualsiasi disabile”

Per sensibilizzare e sollecitare il governo a risolvere questo problema e trovare le migliori soluzioni insieme ad esperti del settore, Blindsight Project ha organizzato il 7 giugno a Roma un convegno ad hoc: "Occorre aggiornare la legislazione. Il testo attuale va benissimo ma andrebbero sostituite le parole 'privo della vista' con 'persona disabile' in generale"

Diritti negati, discriminazioni, lacune legislative, ma anche una scarsa informazione sul tema del cane da assistenza personale per tutte le persone con disabilità. A sostenerlo è l’associazione Blindsight Project, che da tempo si batte, tra le varie cose, per ottenere una legge nazionale che estenda la possibilità di usufruire del servizio a qualsiasi disabile. Ad oggi in Italia non esiste una legge che permetta a tutti, a prescindere dal tipo di disabilità (sensoriale, intellettiva o motoria), di avere a disposizione un cane dedicato all’assistenza individuale per migliorare la qualità della vita. Per sensibilizzare e sollecitare il governo a risolvere questo problema e trovare le migliori soluzioni insieme ad esperti del settore, Blindsight Project ha organizzato il 7 giugno a Roma il convegno “Cane da assistenza per persone disabili: i vantaggi e l’urgenza di una legge”.

All’iniziativa patrocinata dal CSV Lazio parteciperanno anche le più importanti organizzazioni italiane che difendono i diritti dei disabili e alcuni membri del ministero della Famiglia e della Disabilità. Al momento c’è solo la legge n. 37 del 1974 che certifica la figura del cane guida (che è differente rispetto a quello per l’assistenza, sottolinea l’associazione promotrice dell’evento) però solo per ciechi e ipovedenti. “Lo scopo del nostro convegno è radunare coloro che sono interessati a questa nuova proposta di legge per coordinare tutte le forze in campo e trovare una linea condivisa tra le diverse associazioni. L’obiettivo è comune, vogliamo fare rete e spingere perché si realizzi il prima possibile il nostro progetto esteso alle diverse disabilità” spiega a ilfattoquotidiano.it Simona Zanella, vicepresidente di Blindsight Project e responsabile nazionale del settore cani guida. “Ha confermato la sua adesione, tra gli altri, anche l’Ufficio tecnico del ministero della Famiglia e Disabilità che con alcuni suoi esponenti parteciperà al nostro workshop. Saranno presenti Diego Borella (Capo Segreteria Tecnica del ministero) e altri suoi colleghi della Segreteria dimostrando attenzione e interesse concreto per la nostra proposta”.

Perché occorre una legge di questo tipo? “Si tratta innanzitutto di un bisogno reale e anche urgente, considerando il numero in costante aumento di richieste di cani addestrati per l’assistenza ai disabili. Occorre aggiornare la legislazione. Il testo attuale va benissimo – aggiunge Zanella – ma andrebbero sostituite le parole “privo della vista” con “persona disabile” in generale, e così la legge già esistente includerebbe tutte le persone con disabilità che potranno essere assistite da un cane addestrato allo scopo”. Secondo l’associazione questi animali rappresentano dei veri e propri ausili viventi, fondamentali per l’autonomia di migliaia di donne e uomini. Ad esempio c’è il cane preparato ad assistere le persone con disabilità motoria, ma anche per chi ha il diabete, per l’epilessia, per l’Alzheimer, oltre che per persone sorde e con ipoacusia grave, per giovani con autismo. “Sono molti, e saranno ancora di più, gli italiani con disabilità che scelgono un cane addestrato quale compagno e ausilio per la propria vita indipendente” afferma la vicepresidente di Blindsight Project. “Purtroppo le liste di attesa in Italia sono molto lunghe, ci vogliono almeno 2 anni per ottenere un proprio cane addestrato dopo aver fatto richiesta formale. Il cieco, ad esempio, deve passare una commissione di valutazione e poi viene messo in lista. Spesso bisogna fare anche dei corsi per l’orientamento alla mobilità, corsi che però stanno diventando sempre più difficili da sostenere perché sono molto costosi e le ASL rimborsano sempre meno e con più difficoltà”.

Poi, per gli utenti del servizio, c’è la questione fondamentale della professionalità degli istruttori dei cani e delle insufficienti risorse messe a disposizione per finanziarie i centri di reclutamento, allevamento e formazione degli animali. “In Italia purtroppo non esiste un Albo degli addestratori dei cani guida né dei cani da assistenza, occorre una maggiore professionalità e corsi di aggiornamento su tutto il territorio nazionale – dice a ilfattoquotidiano.it Zanella -. Gli istruttori imparano soprattutto da quelli più anziani, con profonde conoscenze cinofile, ma non succede sempre cosi. I più volenterosi eseguono corsi, ma non esistono corsi specializzati per imparare a diventare un bravo istruttore. Inoltre ci sono pochissime scuole di addestramento ma – ribadisce la vicepresidente di Blindsight – abbiamo bisogno che venga istituito prima di tutto un Albo specifico per gli aspiranti istruttori. Anche questo importante aspetto deve essere incluso nella nuova legge”.