Lavoro & Precari

Coi primi soldi del reddito di cittadinanza ho pagato bollette e fatto la spesa (pure i fusilloni)

E’ passato circa un mese da quando ho ritirato in posta la tessera del reddito di cittadinanza. La prossima settimana dovrebbero accreditare sulla tessera la seconda mensilità e nel frattempo la prima se ne è andata in un batter d’occhio. Dopo aver prelevato, la prima cosa che ho fatto con la tessera è stata la spesa al discount: quaranta euro (quarantun euro e sessanta, se una volesse spaccare il capello in quattro), con i quali ho comprato principalmente pasta, pane, frutta e verdura. Ho comprato anche un po’ di carne e di formaggio, il latte e un pacco di biscotti, qualche confezione di tonno in scatola. Il “lusso” che mi sono concessa è che oltre i soliti pacchi di pasta da quaranta centesimi, ne ho comprata anche una da un euro e 29, dei fusilloni enormi trafilati al bronzo.

Tolti i cento euro prelevati al bancomat e la spesa, gli altri soldi se ne sono andati principalmente in bollette arretrate: tra luce, gas e telefono e un paio di bollette che erano scadute da un po’ si sono polverizzati in un paio di giorni più di duecento euro. E’ stata una bella boccata di ossigeno, anche se dopo una decina di giorni sulla tessera erano rimasti poco più di trenta euro. Lì ho capito che prelevare subito non è la cosa più intelligente da fare, perché poi gli ultimi soldi rimasti li devi spendere col bancomat e quindi la seconda spesa al discount ho dovuta farla con il pallottoliere. Mi aggiravo fra gli scaffali del supermercato con il carrello in una mano e la calcolatrice del telefono nell’altra, cercando di non sforare quota trenta. Quindi niente carne e una buona scorta di frutta e verdura anche questa volta (c’erano le albicocche in offerta, un po’ durette ma dopo qualche giorno sono maturate alla perfezione). Niente pacchi di pasta speciali, una confezione di pasta sfoglia per fare una torta rustica, una mozzarella, sempre per la torta rustica, una confezione di olive, una di alici e una miniconfezione di taralli da tenere per un aperitivo all’improvviso e aver qualcosa da tirar fuori al volo. I taralli poi li ho mangiati una sera che avevo fame e non avevo voglia di cucinare, mentre le olive e le alici sono ancora lì, ma credo che per organizzare aperitivi o cene a casa a questo punto aspetterò il mese prossimo.

Arrivata alla cassa non ero sicurissima di aver fatto bene i conti così, con un po’ di vergogna e di ansia, ho chiesto alla ragazza che stava in cassa di avvisarmi se il totale avesse sforato i trenta euro, perché dovevo pagare col bancomat e non ero sicura di aver altro sulla carta. Mi è capitato più volte di vedere persone che alle casse non riuscivano a pagare e dovevano lasciare delle cose in cassa, oppure provavano a passare il bancomat tre o quattro volte, ma sempre con esito negativo. E’ una cosa che mi ha messo sempre tanta tristezza e che ho sempre evitato: se non avevo soldi compravo quattro cose in croce e amen.

La cassiera mi ha detto che potevo anche pagare una parte con la carta e il resto in contanti e lì, finalmente, la mia ansia si è placata: a volte ci sono cose semplici che non sai che ti semplificano la vita ma che hai sempre evitato per vergogna, paura, ansia, eccetera eccetera eccetera. Non mi era mai passato per la testa di andare dalla cassiera che non avevo abbastanza soldi sul conto per non fare la spesa, al massimo non facevo la spesa e la risolvevo così; e comunque i conti che avevo fatto erano giusti e a forza di combinazioni (togli la mozzarella e metti il burro, prendi i taralli e togli uno dei due pacchi di pasta, e via dicendo) alla fine il totale era di 31 euro e 4 centesimi.

Con i cento euro prelevati allo sportello ci ho fatto la spesa al mercato rionale, ho comprato il tabacco, pagato un paio di caffè al bar, insomma tutte quelle spese piccole che se ti presenti alla bancarella del verduraio e pretendi di pagare 4 euro con il bancomat, secondo me non finisce bene. Cioè, in teoria dovrebbe essere anche possibile, ma non è stata una cosa che ho voluto appurare. Magari il prossimo mese provo a pagare il caffè col bancomat e se sono ancora viva vi racconto come è andata a finire.

Naturalmente anche questi soldi non sono bastati per tutto il mese e ho dovuto attingere ai soldi che avevo da parte, ma almeno questa volta sono riuscita a farlo dal quindici del mese e a mettermi in pari con le bollette. Questo mese siamo riusciti a piazzare un po’ di spettacoli e quindi il mese prossimo dovrebbe andare un po’ meglio e dovrebbero esserci anche meno bollette da pagare. Tutto sommato, il primo mese è andato bene. Il reddito di cittadinanza non ti risolve la vita, ti aiuta a respirare un po’ nei momenti di difficoltà e credo che la maggior parte di quelli che hanno presentato la domanda, a parte il folclore uscito nei mesi scorsi su facebook, ne fossero abbastanza consapevoli.