Giustizia & Impunità

David Solazzo, Procura di Roma apre indagine per omicidio. Salma verrà sequestrata e ci sarà nuova autopsia

Il ragazzo è stato ritrovato in una pozza di sangue all'interno dell'abitazione dove viveva da solo, il 1 maggio. Inizialmente, gli investigatori locali non avevano escluso alcuna pista, dall'incidente domestico alla rapina finita male, ma la famiglia, che non ha mai creduto all'ipotesi di una fatalità, ha sporto ieri denuncia a Roma per chiedere che anche l'Italia avviasse delle indagini

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio riguardo alla morte di David Solazzo, il cooperante 31enne fiorentino trovato senza vita il primo maggio nella sua abitazione sull’Isola di Fogo, a Capo Verde. A diffondere la notizia è il legale della famiglia, Giovanni Conticelli. I magistrati hanno anche disposto il sequestro della salma, arrivata in Italia intorno alle 17.30 di sabato, sulla quale verrà effettuata una nuova autopsia al Policlinico Gemelli di Roma.

Il ragazzo è stato ritrovato in una pozza di sangue all’interno dell’abitazione dove viveva da solo. La porta d’entrata aveva il vetro rotto e il giovane sembra aver presentato un taglio importante sulla testa. Inizialmente, gli investigatori locali non avevano escluso alcuna pista, dall’incidente domestico alla rapina finita male, ma la famiglia, che non ha mai creduto all’ipotesi di una fatalità, ha sporto ieri denuncia a Roma per chiedere che anche l’Italia avviasse delle indagini. Conticelli ha spiegato che la denuncia “è corredata di tutte le immagini video che siamo riusciti a fare all’interno dell’immobile dissequestrato”.

Solazzo si trovava nel Paese come cooperante per la ong fiorentina Cospe ed era stata proprio una sua collega a dare notizia per prima della morte del giovane: “A Capo Verde abbiamo un’altra nostra cooperante, una giovane della Sardegna – aveva spiegato Anna Meli, responsabile della comunicazione del Cospe – e le prime notizie le abbiamo avute da lei”.

Solazzo era arrivato a Capo Verde nel novembre scorso, spiega la nota pubblicata il giorno stesso sul sito dell’organizzazione, dove aveva “messo in campo la sua professionalità, la sua energia e passione al servizio delle comunità locali”. Il giovane fiorentino era un cooperante “esperto”, come lo hanno definito i colleghi, e con questa ong era già stato in Angola.