Media & Regime

Media, nata la partnership tra LaPresse e Associated Press. Dal 2020 le due agenzie di stampa condivideranno i loro contenuti

Gaty Pruitt: "È stato naturale scegliere LaPresse. Per la sua grande capacità in Italia e per lo spirito innovativo e imprenditoriale". Marco Durante: "Il mercato italiano per noi è limitato. Apriremo presto una sede a Bruxelles"

È stata sancita ieri la partnership tra LaPresse e Associated Press. Le due agenzie di stampa, dal 2020, condivideranno i loro contenuti giornalistici su entrambe le piattaforme. Associated Press, una delle più grandi agenzie del mondo, distribuirà i suoi prodotti multimediali sui canali dell’agenzia italiana La Presse – che festeggia i 25 anni dalla nascita – e viceversa. L’accordo è stato celebrato ieri sera ad una serata che si è svolta al Megawatt di Milano, con una cena di gala con quattrocento invitati, tra cui Cristina Chiabotto, Elisabetta Gregoraci, Barbara d’Urso, Simona Ventura, Enzo Miccio e il presidente del Coni Giovanni Malagò.

Il presidente e ceo di Associated Press, Gaty Pruitt, ha spiegato che “è stato naturale scegliere LaPresse. Per la sua grande capacità in Italia, per lo spirito innovativo e imprenditoriale e perché condividiamo gli stessi valori in merito all’informazione”. Brindando all’accordo, il presidente di LaPresse, Marco Durante, ha aggiunto: “Il mercato italiano per noi è limitato. Cerchiamo di aumentare il nostro fatturato all’esterno. Apriremo fra un mese la sede di Bruxelles ed entro fine anno e nei primi mesi del 2020, tre sedi negli Usa. L’obiettivo, se i nostri analisti saranno d’accordo, è quello nel giro di 24/36 mesi di avviare un processo di quotazione all’estero“. Oggi i presidenti delle tue agenzie, Marco Durante e Gary Pruitt, hanno incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Attualmente il Gruppo LaPresse è composto da AGA, Olycom, Olympia Fotocronache, Publifoto e AGR. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha definito l’intesa “determinante per il futuro dell’editoria italiana“, spiegando che “sappiamo che i fattori di produzione sono quattro: capitale, lavoro, conoscenza e informazione. E sull’informazione si gioca una partita importante per il futuro delle democrazie“.