Giustizia & Impunità

Palermo, tangenti in appalti: 4 arresti. Per 8 imprenditori scatta il Daspo per 12 mesi previsto da legge Spazzacorrotti

Le indagini sono cominciate grazie alla denuncia di un imprenditore edile: il sistema prevedeva pagamenti ai funzionari pari al 2-3% del valore del finanziamento pubblico per la costruzione di scuole e altre opere. Attraverso spese fittizie, poi, riuscivano a recuperare i soldi delle mazzette. Applicato il nuovo articolo 289-bis del ccp: la misura cautelare che prevede il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione

Truccavano gli appalti pubblici finanziati con fondi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in particolare per l’edilizia scolastica, chiedendo varie tangenti con un importo che  corrispondeva circa al 2-3 per cento del valore del finanziamento statale. Questo è emerso dalle indagini che questa mattina hanno portata la polizia di Palermo ad arrestare 4 funzionari del Provveditorato opere pubbliche ed eseguire altre 10 misure cautelari nell’ambito dell’operazione denominata “Cuci e Scuci”. Tra gli indagati anche 8 imprenditori. Per loro è stata disposta per la prima volta a Palermo, e tra le prime in Italia, la misura del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi: il provvedimento cautelare previsto dalla cosiddetta legge Spazzacorrottila norma approvata nel dicembre 2018 e fortemente voluta dal M5s.

I 14 indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di corruzione, falso in atti pubblici e truffe aggravate ai danni dello Stato. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giacomo Brandini, Francesco Gualtieri e Pierangelo Padova, ha fatto emergere un sistema di tangenti all’interno del Provveditorato opere pubbliche. Le indagine, svolte dalla sezione Anticorruzione della Squadra Mobile di Palermo, sono cominciate grazie alla coraggiosa denuncia di un imprenditore edile, imbattutosi in una richiesta di tangenti da parte di alcuni dei funzionari pubblici, oggi arrestati, nel corso della ristrutturazione di una scuola elementare nella provincia di Palermo.

Nell’ordinanza del gip di Palermo che ha disposto le misure cautelari si legge che l’indagini, tramite numerosi indizi, ha “registrato uno stratificato sistema corruttivo, annidatosi nel settore degli appalti per opere pubbliche e che ha interessato un importante distretto ministeriale deputato a veicolare rilevanti fondi pubblici”. Il modus illecito adottato consentiva all’imprenditore di recuperare l’importo della tangente, attraverso l’inserimento di voci di spese fittizie o maggiorate nei documenti contabili, predisposti dai funzionari infedeli, restando di fatto a carico dello Stato. Gli appalti pubblici in questione riguardano cinque scuole situate nelle province di Palermo, Enna e Catania, un immobile confiscato alla criminalità organizzata e destinato ai Carabinieri per l’alloggio del personale e un altro edificio a Capaci, destinato alla nuova stazione dei Carabinieri.

Cosa prevede la legge Spazzacorrotti
La nuova norma anticorruzione, approvata il 18 dicembre 2018, ha modificato diversi articoli del codice penale e del codice di procedure penale. In particolare nel cpp è stato inserito l’articolo 289-bis che prevede appunto il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione: “Con il provvedimento che dispone il divieto – recita la norma – il giudice interdice
temporaneamente all’imputato di concludere contratti con la pubblica amministrazione”.