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Corridoi umanitari, scontro Trenta-Lega: “Salvini ha cambiato idea”. “Si occupi di Difesa. Con noi più soldi all’esercito”

Il ministro dell'Interno annuncia l'arrivo di 147 migranti dalla Libia. La titolare della Difesa: "Per aver auspicato corridoi sono stata insultata. Ora riconosca importanza delle mie parole". Il leader del Carroccio: "Se abbiamo l’esercito fermo tra qualche anno la paghiamo"

Più soldi per le spese militari con un ministro della Difesa leghista. Matteo Salvini torna a strizzare l’occhio ai produttori di armi. L’occasione è un botta e risposta con l’attuale titolare della Difesa, Elisabetta Trenta, che è espressione del Movimento 5 stelle. Trenta, infatti, aveva lanciato una stoccata nei confronti del ministro dell’Interno. Durante un incontro in prefettura a Milano, infatti, Salvini ha annunciato: “Oggi arrivano 150 uomini e donne in aereo dalla Libia certificati. Sono in fuga dalla guerra con un corridoio umanitario organizzato dal ministero dell’Interno perché è così che si arriva in Italia, non con barchini o barconi o trafficanti di esseri umani. È la riprova che le porte dell’Italia sono spalancate per donne, bambini, ragazzi che scappano davvero dalla guerra e che vengono accolti con tutti i crismi”.

L’annuncio di Salvini – Solo ieri, era stato Papa Francesco aveva lanciato un appello alla comunità internazionale, focalizzando l’attenzione sul Paese nordafricano al termine del Regina Coeli a piazza San Pietro rivolgendo un appello alla comunità internazionale: “Nei centri di detenzione in Libia, la cui situazione, già molto grave, è resa ancora più pericolosa dal conflitto in corso. Faccio appello perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari“. Meno di 24 ore, dunque, ecco l’annuncio di Salvini. E il commento di Trenta.

Il commento di Trenta – “Bene il collega Salvini sul corridoio umanitario dalla Libia organizzato dal governo, con la partecipazione anche della Difesa – ha detto la ministra –  Bene che si sia dunque ricreduto e che abbia cambiato idea. Giorni fa avevo ricevuto attacchi solo per aver detto – ribadendo semplicemente un principio del diritto internazionale – che chi fugge da una guerra può richiedere lo status di rifugiato. Solo per questo sono stata insultata senza precedenti e mi auguro che il ministro Salvini riconosca ora l’importanza delle mie parole”. Parole, quelle della ministra della Difesa, che hanno prima provocato la reazione dei sottosegretari leghisti Nicola Molteni Raffaele Volpi: “Invitiamo il ministro della Difesa, invece di polemizzare col ministro dell’Interno sui corridoi umanitari dalla Libia (con questo governo ci sono già stati e ancora ci saranno, basta informarsi) di preoccuparsi della situazione di in cui versano le forze armate italiane, con piani di investimenti in tecnologia, ricerca, sviluppo e risorse umane fermi, un’incertezza che rischia di lasciare l’Italia indietro rispetto a tutti gli alleati”. In serata, quindi, è arrivata la replica di Salvini: “Se avessimo il ministro della Difesa della Lega investiremmo di più in esercito, marina e aviazione. Se abbiamo l’esercito fermo tra qualche anno la paghiamo. Se vogliamo rimanere al passo degli alleati dobbiamo investire. Se si tagliano le spese militari, si tagliano posti di lavoro alle nostre aziende”.

Il corridoio umanitario e i 147 migranti a Pratica di Mare – Polemiche a parte, il corridoio umanitario ha consentito al’aereo proveniente da Misurata di atterrare a Pratica di Mare con a bordo 147 migranti. Ad accoglierli  il sottosegretario agli Interni della Lega, Stefano Candiani. Secondo fonti del Ministero dell’Interno, dei 147 rifugiati, 69 sono originari dell’Eritrea, 61 della Somalia, 6 del Sudan, 5 della Siria e 5 dell’Etiopia. Il gruppo è composto da 87 uomini e 60 donne. Tra questi vi sono 68 minori, di cui 46 non accompagnati, 12 adulti (10 donne e 2 uomini), 23 coppie, 16 tra nuclei familiari e monoparentali. Si tratta di soggetti ospitati nei centri libici e provenienti da aree di conflitto, tutti vulnerabili per i quali l’Unhcr ha infatti individuato situazioni di particolare fragilità; sono potenziali titolari richiedenti asilo pertanto presenteranno richiesta di protezione internazionale successivamente all’accoglienza nel nostro territorio.