Giustizia & Impunità

M5s, Maria Angela Danzì indagata: la capolista alle Europee sotto inchiesta per “invasione di terreni pubblici”

Scelta dal vicepremier Luigi Di Maio, è sotto inchiesta a Brindisi per una vicenda legata al suo incarico di subcommissaria del Comune nel 2017. Gli accertamenti riguardano una conciliazione con l'Autorità portuale per la recinzione della zona dogana del porto pugliese: la giunta aveva ritenuto abusiva l'opera, poi durante il commissariamento si arrivò all'accordo. Il M5s: "Indagine irrilevante, resta candidata"

La capolista alle Europee del Movimento Cinque Stelle nel collegio Nord ovest, Maria Angela Danzì, è indagata dalla procura di Brindisi. L’ipotesi di reato è “invasione di terreni pubblici” relativamente al ruolo dell’allora subcommissaria del Comune pugliese svolto nel processo autorizzativo per le barriere utilizzate dall’Autorità portuale per ‘recintare’ la zona dogane che corre parallelamente a una porzione del lungomare cittadino. Il M5s, a quanto si apprende, non sarebbe intenzionato a ritirare Mariangela Danzì dalla corsa alle Europee in quanto il suo coinvolgimento sarebbe in una “indagine irrilevante”.

Quelle opere – contestate dalla giunta Carluccio, caduta due anni fa per le dimissioni di 17 consiglieri – vennero poi autorizzate dalla gestione commissariale guidata da Santi Giuffrè, tra il 2017 e il 2018. Danzì, nome scelto da Luigi Di Maio nella rosa di 5 capolista donna per le Europee, si occupò della contesa partecipando a una riunione tecnica ed è ora coinvolta nell’inchiesta affidata al pm Raffaele Casto che ha iscritto nel registro degli indagati anche il presidente dell’Autorità portuale, Ugo Patroni Griffi, un dirigente del Comune, tre funzionari e il progettista. La candidata non ha ricevuto un avviso di garanzia, ma il suo nome è contenuto in un avviso a comparire destinato a un altro indagato.

Le verifiche ruotano attorno all’iter autorizzativo e alla contestazione della giunta Carluccio, che aveva dichiarato abusiva la recinzione chilometrica che corre lungo un tratto di porto interno e aveva ordinato lo stop ai lavori, il ripristino dei luoghi e lo smontaggio della parte già realizzata perché – come ipotizza anche la procura – costruita su terreni comunali.

L’Autorità portuale aveva quindi impugnato il provvedimento al Tar di Lecce e il Comune si era costituito in giudizio per difendere la propria posizione. Poi la giunta cadde e nel periodo commissariale si arrivò quindi a una conciliazione tra le parti che prevedeva la sostituzione delle barriere: un lavoro frutto di diversi incontri ai quali partecipò anche l’allora subcommissaria Danzì, oggi volto di punta del Movimento Cinque Stelle in vista del voto del 26 maggio.