Capitoli

  1. Comunicazione e web, le pagelle dei politici. Ma nella ‘gara’ social perdono tutti
  2. Matteo Salvini genio? La sua forza è la community
  3. Carlo Calenda, guai a scambiare gli applausi social per voti
  4. Bene sui social ma la strategia di Laura Boldrini rischia di essere controproducente
  5. Bene Luigi Di Maio ma bene soprattutto i militanti cinquestelle
  6. Matteo Renzi bocciato in 'narrazione'
  7. Il difetto di Giuseppe Conte? Troppo istituzionale
  8. Giorgia Meloni, meglio l'originale
  9. Nicola Zingaretti recuperi l'esperienza del Pd Network
  10. Per scomparsi e ricomparsi, voto 0
Media & Regime

Comunicazione e web, le pagelle dei politici. Ma nella ‘gara’ social perdono tutti

Tante premesse da fare prima di leggere. La prima: chi sono io per dare i voti ai politici. Sono un buon osservatore, il mio mestiere mi offre un angolo privilegiato; in passato ho lavorato anche per qualcuno di loro ma li seguo soprattutto come cittadino: il giudizio che esprimo è prevalentemente sul loro tipo di comunicazione, non sui contenuti. Voglio parlare dei leader che si presentano alle elezioni europee democraticamente e hanno il diritto di dire quello che vogliono nei limiti della legge e della Costituzione italiana.

Altra premessa: il contenuto è importante. Questo significa che non è come lo dici né quando lo dici che può fare la differenza: il contenuto vale almeno l’80%, tutto il resto è ‘spin’ – come si dice in gergo.

Poi c’è una domanda di fondo in questo tipo di analisi: quanto i social network possano spingere un candidato nell’incrementare i consensi e quanto ad affossarlo? C’è un dibattito ampio su questo argomento che dura da anni, almeno dalla prima elezione di Obama, che riuscì secondo molti analisti a interpretare per primo e meglio la rete. La mia opinione è che la comunicazione politica vada analizzata sempre nel totale del sistema media: tv, radio, web, social, news on line, ecc. I social contano ma non sono determinanti ai fini del consenso elettorale.

Alla luce di questa premessa, mi sento di bocciare tutti gli attori in scena: nessuno ha un sito degno di nota, nessuno mi risulta usi l’email come strumento di comunicazione con i propri ‘seguaci’ (Renzi ha un e-news settimanale, Di Maio scrive agli utenti Rousseau e poco altro) che è ancora alla base di qualsiasi strategia in rete, soprattutto politica. E’ ovvio che uno staff costi, tenere in piedi un sito costi tant’è che negli ultimi anni, complici i tagli alla politica, i consulenti vengano fatti assumere dall’amministrazione statale di turno: presidenza del Consiglio, ministeri vari, ecc. Non è serio fare propaganda e campagna elettorale con i soldi pubblici.

Ora veniamo a noi: ecco le mie personalissime pagelle.