Politica

Commissione banche, Di Maio: “Accordo con Salvini e Giorgetti, presidente sarà Paragone”. Tensioni con i truffati

Durante la registrazione della puntata di Porta a Porta, il vicepremier ha annunciato l'intesa trovata con la Lega sul nome del senatore pentastellato e ha assicurato: "Organismo non sarà una clava contro Bankitalia e le istituzioni, ma servirà a scoprire chi sono stati i colpevoli delle condotte indecenti delle banche". Letizia Giorgianni, presidente dell'associazione Vittime del salvabanche: "Increduli, neppure nell’ultimo Consiglio dei ministri è andato il decreto sugli indennizzi"

C’è l’intesa tra Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle: il presidente della Commissione parlamentare sulla banche sarà il senatore pentastellato Gianluigi Paragone. A dare notizia dello sblocco dell’impasse è stato il vicepremier Luigi Di Maio durante la registrazione della puntata di Porta a Porta. “Ho avuto da Salvini e Giorgetti la conferma che il presidente sarà Paragone, un nostro senatore, che se ne è occupato per anni” ha detto il capo politico del M5s, che poi ha assicurato che l’organismo “non sarà una clava contro Bankitalia e le istituzioni, ma servirà a scoprire chi sono stati i colpevoli delle condotte indecenti delle banche”.

L’annuncio arriva durante un periodo di forte tensione, con i risparmiatori truffati che sono sul piede di guerra contro il governo che, nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi, martedì al consiglio dei ministri non ha varato il nuovo testo del provvedimento per gli indennizzi delle vittime dei crac bancari. I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a gettare acqua sul fuoco, spiegando che si sta ancora discutendo perché serve l’accordo di tutti e assicurano che i decreti attuativi arriveranno “il prima possibile“. Tuttavia le rassicurazioni dei due alleati di governo non sembrano soddisfare le attese di consumatori e opposizione, deluse anche dall’esito del question time del ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro che non ha dato alcun dettaglio preciso sui tempi del provvedimento.

Nell’incontro di lunedì a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria avevano raggiunto un’intesa con la quasi totalità delle associazioni dei consumatori su una proposta che stabilisce gli indennizzi secondo la procedura del ‘doppio binario’, con rimborsi diretti per i risparmiatori con reddito entro i 35mila euro o patrimonio mobiliare entro i 100mila euro, e il ricorso a un arbitrato semplificato per tutti gli altri. Ma a differenza di quanto era stato annunciato, dal consiglio dei ministri di ieri non è arrivata nessuna fumata bianca al provvedimento. “Il decreto salva risparmiatori che doveva essere varato ieri ancora una volta, dopo 11 mesi di chiacchiere, è slittato a data da definire” ha accusato Sestino Giacomoni, vicepresidente della commissione Finanze alla Camera e membro dell’ufficio di presidenza di Forza Italia. E di promesse che non riesce a mantenere neppure il premier parlano anche i rappresentanti delle Vittime del Salvabanche.

“Registriamo increduli come neppure nell’ultimo Consiglio dei ministri ci sia traccia del nuovo testo del provvedimento” ha detto la presidente Letizia Giorgianni avvertendo che il tempo per il confronto si sta esaurendo e i risparmiatori sono pronti a scendere di nuovo in piazza. Se il decreto non arriverà entro 7 giorni, si sono detti pronti ad un’azione di protesta contro il governo anche gli utenti della Cabina di 13 associazioni risparmiatori. E l’Unc ha chiesto  un nuovo incontro con il Governo. Dal governo intanto Di Maio ha sostenuto che “se non si concorda con i risparmiatori non si fa nulla”. E Salvini ha assicurato: “Contiamo di dare dare il via ai decreti attuativi il prima possibile”. Al Mef è tutto pronto, hanno fatto sapere, “stiamo ragionando con chi ancora non è convinto”.