Politica

Impronte digitali ai presidi, Ascani (Pd) contro il governo: “Norma illogica e paradossale, va contro la Costituzione”

Alla Camera è in corso la votazione degli emendamenti al ddl Concretezza, che ha l’obiettivo di combattere l’assenteismo nella pubblica amministrazione. In commissione Cultura, nei giorni scorsi, è stata ritirata la parte che avrebbe costretto i professori a sottoporsi al controllo, in ingresso e uscita, attraverso impronte digitali, dopo il no dei deputati del M5s e le proteste dei partiti di opposizione. Ma una forma di controllo – allo stato attuale, si parla sempre di impronte digitali, ma sarà un decreto del ministro dell’Istruzione a chiarire le modalità con più precisione – è rimasta per i presidi.

Il gruppo del Partito democratico ha presentato un emendamento per cancellare il passaggio, caro alla Lega, dal disegno di legge: “È illogico e paradossale. Il governo vuole verificare l’accesso dei dirigenti scolastici attraverso il controllo biometrico – ha attaccato Anna Ascani, capogruppo Pd in commissione Cultura – la ministra Bongiorno o è ignorante, nel senso che non conosce neppure le norme vigenti, o è in malafede. Come si fa a controllare 8mila presidi che sovrintendono 42mila plessi scolastici?”.