Politica

Mussolini, un terzo nipote in politica: Caio Giulio Cesare si candida alle Europee con Fdi: “Sovranità, sicurezza e famiglia”

Ex ufficiale di Marina e dirigente del gruppo Finmeccanica, 50 anni, è il nipote di Vittorio, secondogenito del Duce: "spero di essere giudicato per il mio curriculum e non per il mio cognome"

Ci sarà un terzo Mussolini impegnato nella politica italiana, intendo per escluso il capostipite, il Duce del fascismoCaio Giulio Cesare Mussolini, 50 anni, figlio di Guido e nipote di Vittorio (secondogenito di Benito) si candiderà alle Europee con Fratelli d’Italia nella circoscrizione Sud. Ad annunciarlo è lo stesso Mussolini in una nota che contiene anche un’intervista al giornale londinese The Times. Nella politica italiana ci sono già due discendenti di Mussolini: la più nota è Alessandra – parlamentare di lungo corso, attualmente eletta a Strasburgo, senza partito dopo l’uscita da Forza Italia – e Rachele, consigliera comunale di Fratelli d’Italia in Campidoglio.

Nato in Argentina, Caio Giulio Cesare Mussolini è entrato in Marina fino a raggiungere il grado di tenente di vascello e il comando di Nave Gorgona. E’ uscito dal corpo di Stato quasi vent’anni fa e da allora ha lavorato prima alla Oto Melara (società di Finmeccanica) come manager del settore marketing per i sistemi navali per le aree dell’America Latina e del Medio Oriente. Sempre per il Medio Oriente ha seguito per le aziende di Finmeccanica le attività nel settore Difesa.

Mussolini – spiega al giornale – si presenta in nome “della sovranità, della protezione del nostro Paese e della famiglia”. Quindi affronta il tema della sua parentela con Benito Mussolini, di cui Caio è pronipote: “Spero di essere giudicato anche per il mio curriculum e non solo per il mio cognome”, conclude. Un atteggiamento meno legato alle tradizioni politiche in famiglia, apparentemente.

Se suo padre Guido aveva militato prima in Fiamma Tricolore e poi in Forza Nuova (candidandosi come sindaco di Roma, naturalmente senza successo), Caio Giulio Cesare Mussolini alla fine del 2017 aveva raccontato che aveva vissuto in gioventù “una dicotomia: ciò che mi dicevano a scuola o su certa stampa, tutto male del fascismo, e ciò che mi dicevano a casa o alcune persone che lo avevano vissuto, tutto bene”. Quando al Ventennio, tuttavia, la sua tesi (diffusa nel centrodestra, fino all’ultimo caso di Antonio Tajani) “ci sono state cose negative e cose positive”. “È stato un periodo complesso. Ed è un periodo chiuso – aveva detto – Ha rappresentato l’Italia, gli slanci e le mediocrità. Il fascismo sono stati gli italiani. Questa passione per l’uomo forte, per esempio. È molto latina”.