Politica

Basilicata, Cattaneo: “Pd e Fi al punto più basso. Lega partito nazionale, M5s si radica ma soffre elettorato a fisarmonica”

L'analisi dell'istituto bolognese mostra la crisi dei partiti tradizionali che hanno dominato la politica locale negli ultimi 25 anni. Ma anche una coalizione di centrodestra dove i moderati (Forza Italia) sono ormai minoranza rispetto a Carroccio e Fdi (che segna il punteggio migliore di sempre in Regione). Per i 5 stelle c'è il crollo se paragonati alle elezioni nazionali, ma danno segnali di consolidamento rispetto al 2013

Il “declino dei principali partiti che hanno dominato la politica italiana negli ultimi 25 anni”, ovvero Pd e Forza Italia, che “entrambi toccano il loro punto più passo in Basilicata con le elezioni Regionali del 2019″. Poi l’ormai completa “mutazione del partito di Salvini in una Lega nazionale, in grado di ottenere una quota di consensi consistente, superiore al 20%, in quasi tutte le Regioni italiane”. Ma anche il “migliore risultato di Fratelli d’Italia (6%) degli ultimi vent’anni”. Risultati, quelli di Carroccio e Fdi, che si associano all’emorragia di voti di Forza Italia (che perde ancora consensi rispetto alle politiche): le componenti più radicali della coalizione controllano il 60 per cento dei voti, mentre i moderati sono ormai in minoranza.

La fotografia dell’Istituto Cattaneo, a firma di Marco Valbruzzi, si propone di mostrare come le elezioni Regionali in Basilicata, che hanno consegnato la vittoria al generale della Guardia di finanza Vito Bardi con uno storico risultato del centrodestra, si inseriscono nel quadro della politica nazionale. Nell’analisi pubblicata poche ore dopo l’ufficializzazione del risultato, si fa il paragone sia con le Regionali del 2013, ma anche con le elezioni politiche di un anno fa. In questo contesto viene messo in evidenza il caso dei 5 stelle che sì crollano rispetto alle scorse politiche, ma crescono notevolmente rispetto alle Regionali dimostrando “a differenza delle altre elezioni regionali, un progressivo radicamento dei consensi”.

Insomma, chiude il Cattaneo, “se alle elezioni politiche del 2018 il M5s aveva temporaneamente interrotto la struttura tripolare della competizione, imponendosi come primo partito e raggiungendo un risultato paragonabile, per dimensioni, a quello della Dc fino agli anni novanta, con le ultime regionali è tornato a riproporsi il tripolarismo nel comportamento degli elettori, ma in questo caso fortemente sbilanciato, per la prima volta, a vantaggio dei partiti di centrodestra”.

Il confronto con le Regionali 2013
Quello con le Regionali 2013 è il paragone “più naturale”, come specificato dal Cattaneo, e si notano chiaramente: un vincitore (il centrodestra), uno sconfitto (il centrosinistra) e “un risultato positivo per il M5s”. Il trionfo a destra è soprattutto per i partiti “ideologicamente più radicali della coalizione”, ovvero Lega innanzitutto e in seconda istanza Fratelli d’Italia. Allo stesso tempo si segnala il cedimento di Forza Italia che passa da controllare il “57 per cento dei voti della coalizione” ad averne solo il 21,6: ovvero ha perso 2565 voti (3,2%). La crescita del Carroccio è senza precedenti, visto che alle scorse Regionali neppure si era presentato e alle nazionali aveva preso solo il 6,3 per cento dei consensi: il partito di Matteo Salvini ha ottenuto 55.393 voti da zero. Successo anche per Fdi che ne ha presi oltre 5mila ed è cresciuta dello 0,8 per cento. Sul fronte opposto il vero sconfitto è il centrosinistra: “A livello generale”, scrive il Cattaneo, “la coalizione di liste di centrosinistra, oltre a perdere per la prima volta dal 1995 la maggioranza in Consiglio regionale, arretra di 26,5 punti percentuali (dal 59,6 al 33,1 per cento)”. Ovvero, “persi in termini assoluti 50.810 voti”. “Un netto arretramento del Partito democratico” che passa dal 24,8 per cento al 7,8″.

Interessante notare anche il comportamento del M5s che, rispetto al 2013, “registra un incremento dei consensi“. E’ questa la linea difensiva dei 5 stelle, da Di Maio ai parlamentari: “Nell’arco di cinque anni sul piano regionale hanno guadagnato 37.439 voti (11,3%)”. E “questo”, continua il report, “a differenza delle altre elezioni regionali, conferma un progressivo radicamento dei consensi per il M5s in Basilicata”.

Il confronto con le Politiche 2018 
E’ utile, osserva l’istituto fare il paragone anche con le scorse elezioni nazionali, proprio perché sono avvenute in tempi recenti (un anno fa). Se si guarda il quadro complessivo, si vede come “per la coalizione di centrodestra siamo di fronte a un risultato storico”: questa passa infatti dal 25,4 (Politiche) al 42,4 (Regionali) per cento dei consensi. “E’ il migliore risultato nelle elezioni regionali dal 1995 ad oggi”.

Per il Pd, se il paragone è con le nazionali, si registra “un’inversione di tendenza”, dovuta tra le altre cose al numero di liste in sostegno dei dem o alla maggiore capacità di mobilitare l’elettorato quando le elezioni sono locali. O naturalmente il cambio di guida, con l’elezione di Nicola Zingaretti. Ma non bisogna dimenticare che alle scorse politiche i democratici ottennero “il peggior risultato della storia repubblicana anche in Basilicata” (19,6%) e quindi la crescita è di fatto molto modesta.

Infine i 5 stelle, confermano “un andamento a fisarmonica dell’elettorato 5 stelle“, che “è in grado di allargarsi enormemente nelle competizioni di rango nazionale (nel 2018 hanno preso il 44,4 per cento dei consensi)” e poi “di restringersi in modo considerevole nelle consultazioni locali, dove contano radicamento territoriale, creazione di reti di consenso personale e qualità o esperienza dei singoli candidati”. E proprio “il recupero di questi consensi intermittenti”, si conclude, “è certamente la sfida elettoralmente più impegnativa che dovrà affrontare Luigi Di Maio”.

Affluenza – Per quanto riguarda il numero di persone che sono andate a votare (53,5%), l’Istituto Cattaneo parte dal “netto incremento dell’affluenza rispetto alla tornata elettorale precedente (+5,9 punti percentuali)”: su 573.970mila elettori, ne sono andati a votare 307.188, con “un’inversione della tendenza negativa” che durava dal 1990. Ma, è interessante notare però che si tratta del “secondo più basso nell’intera storia delle elezioni Regionali in Basilicata dal 1970 al 2019: peggio di questa tornata si era fatto solo nel 2013, quando andarono a votare il 47,6 per cento degli aventi diritto al voto. Sempre secondo l’analisi del Cattaneo inoltre, “lo scarto tra quanti vanno a votare per le politiche e quanti per le Regionali è andato via via aumentando nel corso degli anni”. Ma c’è da tenere presente il fatto che alle elezioni nazionali non si considerano gli elettori residenti al’estero (che in Basilicata sono 112mila), mentre alle Regionali sì.