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Sallusti: ‘Strage Nuova Zelanda? Autore non avrebbe fatto il suprematista con madre o moglie più vicine’

Strage alla moschea di Christchurch? Non vorrei banalizzarla troppo, ma se quel signore avesse avuto una madre o una compagna o una moglie o una fidanzata che si fossero maggiormente occupate di lui, magari non avrebbe fatto il suprematista“. Così, a Otto e Mezzo (La7), il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, risponde ad Antonio Padellaro de Il Fatto Quotidiano circa la pericolosità del “Congresso mondiale delle famiglie” di Verona, a cui prenderanno parte il ministro dell’Interno Salvini e il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana.

Padellaro osserva: “Questo convegno a Verona e manifestazioni assimilabili rientrano in questo mondo del suprematismo bianco, che tende a recuperare in maniera spesso patologica i cosiddetti valori che sarebbero stati calpestati dal permissivismo, dai Gay Pride, dalla omosessualità. E quindi bisogna fare attenzione a queste manifestazioni”.
Sallusti replica puntando il dito contro la madre e la compagna dell’autore della strage di Christchurch, Brenton Tarrant.
Padellaro ribatte: “Ah, è colpa delle donne australiane“.
La conduttrice Lilli Gruber commenta: “Oh, abbiamo trovato le colpevoli. Alessandro, non sapevo che tu fossi di vedute così ampie su queste questioni”.

Sallusti difende pervicacemente il Congresso mondiale delle Famiglie, che si terrà a fine marzo a Verona, lanciando un’accusa al vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che in più occasioni ha stigmatizzato l’evento: il politico 5 Stelle insulterebbe i cattolici. E spiega: “Tra le libertà e i diritti delle donne, c’è e ci deve essere anche la libertà di essere innanzitutto madre dei suoi figli, compagna del marito, custode dei valori familiari. E non sono donne di serie B, ma donne di serie A. La donna è anche e soprattutto madre“.
“E chi sta considerando di serie B queste donne che si dedicano ai propri figli?”, chiede Gruber.
E’ Di Maio” – risponde Sallusti – “Le ha chiamate ‘sfigate’. Credo che in quel congresso a Verona si possano sentire cose di molto più buon senso di quelle che vengono dette ai Gay Pride, dove i politici vanno applauditi da tutti. A fa più specie vedere i politici che sfilano ai Gay Pride, considerati una pagliacciata anche da molti omosessuali, mentre il problema della omosessualità è assolutamente sdoganato”.
La conduttrice ribatte: “Alessandro, la differenza col congresso di Verona è che il Gay Pride non è una parata che chiede di negare i diritti civili a qualcuno. Il raduno di Verona, invece, ha altri propositi e tra i suoi partecipanti non ha personaggi rassicuranti su questo fronte”.