Politica

Marco Biagi, Mattarella: “Ucciso perché si occupava della coesione sociale. Brigate rosse sconfitte dall’unità del popolo”

Il presidente della Repubblica ricorda il giuslavorista ucciso il 19 marzo del 2002: "Era un uomo di dialogo che lavorava per ridurre le fratture sociali"

“Le Brigate Rosse sono state sconfitte dalla nostra società, dall’unità del nostro popolo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo, a Modena, al convegno organizzato dalla Fondazione Marco Biagi in ricordo del giuslavorista ucciso a Bologna, il 19 marzo di 17 anni fa, dalle nuove Brigate Rosse. “A noi – aggiunge il capo dello Stato – rimane il dovere della memoria, della memoria di chi è rimasto vittima perché impersonava, interpretava, un ruolo di cucitura, di valorizzazione della coesione sociale“. Proprio per questo, sottolinea il presidente, Biagi è stato ucciso dai terroristi:  “Marco Biagi era un uomo di dialogo, era un docente che amava l’insegnamento e il suo rapporto e confronto con gli studenti. Uno studioso che approfondiva i temi della sua disciplina, avvertendo con grande consapevolezza che quell’equilibrio mirabile disegnato dalla nostra Costituzione richiede che ci si preoccupi costantemente di evitare che nascano ferite nella coesione sociale. E intervenire costantemente per sanarle, ridurre le fratture sociali e per rimuoverle”. Per questo, secondo Mattarella, “i brigatisti assassini lo hanno ucciso. Nel loro folle disegno di esasperare le contrapposizioni e le tensioni chi si preoccupava di cucire, di legare, di far crescere la coesione sociale era un ostacolo”. Tra gli altri, il presidente ha ricordato anche Ezio Tarantelli, Massimo d’Antona e Roberto Ruffilli, tutti uccisi dalle Brigate rosse anche se in epoche diverse.

Il capo dello Stato ha sottolineato che “il confronto, la conoscenza e la libera ricerca sono elementi intrinseci fondanti la democrazia“. Mattarella si è ricollegato all’attualità, sottolineando l’importanza dei corpi intermedi: “L’emarginazione delle rappresentanze sociali espone maggiormente i cittadini rendendoli vulnerabili alle insicurezze ed alle paure che inducono alla chiusura in sé stessi”.