Eco mobilità

Tesla Model Y, al debutto il crossover basato sulla piattaforma della “3”

Quattro allestimenti con diversi livelli di prestazioni ed autonomia. Arriverà nei concessionari Usa ad autunno con un listino che parte da 39 mila dollari, mentre per le versioni destinate al mercato europeo bisognerà attendere il 2021

La nuova scommessa commerciale di Elon Musk si chiama Tesla Model Y, nuovo crossover a trazione 100% elettrica che promette, insieme alla Model 3, di dare una svolta decisiva al giro d’affari del costruttore californiano. “Penso che venderemo più Model Y che Model 3, S e X insieme” ha detto Elon Musk durante la presentazione dell’auto: ciò la dice lunga sulla aspettativa di Tesla, quasi pronta a superare il traguardo del primo milione di vetture prodotte. Ed è proprio con la Model 3 che la “Y” condivide la piattaforma costruttiva, proposta in versioni a trazione posteriore o integrale: in quest’ultimo caso a spingere la vettura ci sono due motori a zero emissioni, uno per asse.

Quattro gli allestimenti disponibili, che richiamano espressamente alle caratteristiche meccaniche del veicolo: Standard Range, Long Range, Dual Motor AWD e Performance. Come facilmente intuibile, i primi due si riferiscono all’autonomia della Model Y, mentre gli ultimi due sono maggiormente votati alle prestazioni e prevedono il 4×4. Ma le suddette versioni non debutteranno a listino simultaneamente: prima sarà il turno delle varianti con autonomia estesa a singolo o doppio motore. In ogni caso l’attesa sarà lunga: nei concessionari americani le auto non arriveranno prima di autunno 2020: mentre bisognerà attendere la primavera 2021 per le edizioni più economiche e i primi mesi dello stesso anno per le Model Y destinate all’Europa.

Stilisticamente l’auto si rifà a quanto visto sulla Model 3, da cui eredità gli stilemi della carrozzeria ma anche la configurazione degli interni, dal sapore minimal e provvisti di un sistema infotelematico con touchscreen da 15”. A conferire un aspetto più “avventuroso” alla Y sono le protezioni di plastica usate sui paraurti, di gusto fuoristradistico. La vera novità rispetto alla berlina di derivazione è la possibilità di beneficiare di un abitacolo a sette posti su tre file di sedili: trattasi, va detto, di un’opzione a pagamento. Optional anche il chiacchierato “Autopilot”, con prezzi che oscillano fra 3 e 5 mila dollari a seconda del grado di automazione assicurato: il pacchetto più completo consente di avere un pilota automatico capace di marciare in città in maniera quasi completamente autonoma.

Veniamo alle prestazioni, partendo dalla Model Y Performance: l’auto sarà in grado di scattare sullo zero-cento in appena 3,5 secondi e toccare una velocità massima di 240 orari, garantendo al contempo un’autonomia omologata stimata in 450 km. Per la Dual Motor i valori sono leggermente più modesti: 0-100 all’ora in 4,8 secondi, 217 orari di punta e stessa autonomia. Che diventa di 483 km con la versione Long Range, dotata di trazione posteriore e singolo motore elettrico: in questo caso lo 0-100 km/h è archiviato in 5,5 secondi e la velocità massima si attesta a 209 km/h. Per la Standard Range siamo a 370 km di autonomia, zero-cento in 5,9 secondi e 193 orari di punta.

Capitolo prezzi: si parte dai 39 mila dollari della Standard Range, quattromila in più rispetto alla Model 3 con medesima meccanica. Per la Long Range il conto sale a 47 mila dollari, 51 mila per la Dual Motor a trazione integrale e 60 mila per la più potente Performance, che è sempre 4×4. Da ufficializzare i prezzi e le diponibilità per il mercato italiano.