Diritti

8 marzo, da Milano a Napoli: sciopero femminista di Non una di meno. Dipendente Atm aggredita da un passante

Per il terzo anno di seguito Non una di meno ha organizzato, in occasione dell’8 marzo, uno sciopero femminista transnazionale in tutte le piazze d’Italia. La manifestazione, che l’anno scorso ha coinvolto circa settanta città italiane e più di settanta paesi nel mondo, ha come obiettivo quello di parlare innanzitutto della violenza di genere: “Femminicidi. Stupri”, si legge nell’appello che ha accompagnato l’annuncio dell’evento. “Insulti e molestie per strada e sui posti di lavoro. Violenza domestica. Discriminazione e violenza sulle donne disabili. Il permesso di soggiorno condizionato al matrimonio. Infiniti ostacoli per accedere all’aborto. Pratiche mediche e psichiatriche violente sui nostri corpi e sulle nostre vite. Precarietà che diventa doppio carico di lavoro e salari dimezzati. Un welfare ormai inesistente che si scarica sul lavoro di cura gratuito e sfruttato nell’ impoverimento generale. Violenza omofoba e transfobica. Contro questa violenza strutturale, che nega la nostra libertà, noi scioperiamo!”.

Sotto accusa ci sono anche numerosi provvedimenti del governo Lega-M5s che Non una di meno combatte da sempre. In particolare vengono elencati: “il disegno di legge Pillon su separazione e affido, contraria persino alle leggi e alle convenzioni internazionali sulla tutela dei minori e sul contrasto alla violenza sulle donne; la legge Salvini sull’immigrazione e la propaganda razzista che la sostiene; l’invenzione della cosiddetta ‘ideologia del gender’ in nome di cui si chiudono i programmi di educazione alle differenze di genere a scuola; il sussidio di disoccupazione a condizioni proibitive, spacciato per  ‘reddito di cittadinanza’; la finta flessibilità del congedo di maternità; le mancate risposte del governo in materia di prevenzione del femminicidio; le mancate risposte del governo in materia di sicurezza per l’interruzione volontaria di gravidanza”.

Non sono mancati le tensioni. Una agente di stazione dell’Atm è stata aggredita in mattinata lungo la linea 2 della metropolitana milanese da un uomo mentre la dipendente stava abbassando una saracinesca per lo sciopero dei trasporti. Secondo la ricostruzione confermata dall’Azienda trasporti milanesi, l’uomo, un italiano di circa 50 anni, è arrivato dai binari ed ha trovato chiusa l’abituale uscita per raggiungere il parcheggio. Mentre la donna, di 36 anni, stava cercando di dargli spiegazioni e istruzioni su come raggiungere il parcheggio da un’altra uscita, l’uomo l’ha presa per il collo urlando ed è scappato. La dipendente Atm è stata soccorsa e portata in ospedale per un forte stato di choc ma non ha riportato ferite gravi.

Tanti i cortei organizzati in tutta Italia. A Napoli le attiviste di #Nonunadimeno hanno esposto anche un cartello con foto di numerosi uomini con la scritta ‘Non uno di più’. “Queste sono le facce dei nostri assassini – ha spiegato la ragazza che lo portava – degli stalker, di violentatori e di personaggi pubblici e giornalisti che senza vergogna si lasciano andare a dichiarazioni sessiste”. Dal megafono in testa al corteo chi ha preso la parola ha ricordato tutte le donne vittime di violenza facendo anche riferimento diretto alle due donne uccise a Napoli solo nell’ultima settimana: Fortuna Belisario uccisa di botte dal suo marito durante una lite e Norina Mattuozzo uccisa con tre colpi di pistola da suo marito. Proteste anche a Bruxelles: “Quando le donne si fermano, il mondo smette di girare”, è stato lo slogan delle donne di tutta Europa, e di tutto il mondo, riunite oggi davanti al Parlamento europeo per il primo sciopero femminile in Belgio.

Contro lo sciopero hanno parlato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo: “Lo sciopero questa mattina ha danneggiato molte donne”, ha dichiarato. “Una giornata”, ha aggiunto “che non definisco una festa, ma un momento di impegno fino a quando avremo disparità, violenze e schiavitù. Scioperare per fare cosa, per dare quali risposte? Lo sciopero deve essere mirato e oggi ha danneggiato solo chi utilizza i servizi e non chi crea disparità e schiavitù e genera violenza”. Posizione condivisa anche dalla segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan: “Più che una giornata di sciopero deve essere una giornata di proposte per creare le condizioni di vere pari opportunità per le donne. Oggi non è una giornata per cui è utile fare sciopero, ma serve stare insieme e fare proposte importanti contro la violenza sulle donne e per i diritti di cittadinanza: il salario delle donne è più basso di quello degli uomini, così come le pensioni”.