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Tav, Gardini (FI) a La7: “Paese bloccato da 4 grillini in linea con la peggiore sinistra, cancro dell’Italia”

Botta e risposta a Coffee Break (La7) tra l’europarlamentare di Forza Italia, Elisabetta Gardini, e il direttore de La Notizia, Gaetano Pedullà, in merito al M5s e alla sua posizione sul Tav e sulle grandi opere.
Gardini è tranchant: “I 5 Stelle sono No Tav, No Tap, stanno bloccando tutto. Toninelli ha bloccato tutto il Paese. C’è un grande imbroglio, perché i 5 Stelle, con il loro continuo chiedere tutto alla piattaforma Rousseau, non hanno mai espresso un vero programma propositivo, ma solo no e vaffa”.
E aggiunge, con il plauso dell’assessore ai Trasporti della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi (Lega): “Il peccato originale è di Mattarella, che, invece di dare al centrodestra l’incarico di governo, lo ha dato al M5s”.

Pedullà obietta: “Continuiamo a raccontare che il M5s vuole bloccare i cantieri e le opere in Italia. E non è vero, perché io ho mandato i giornalisti del mio giornale a cercare un qualunque documento, un decreto o un atto in cui si dimostri che il M5s o il ministro Toninelli stiano bloccando una sola opera. Questo non esiste. Ricordo che questo è un Paese dove è caduto il ponte Morandi di Genova. Alcune infrastrutture sono in uno stato gravissimo e c’è un problema di distacco del Paese, che non è sopportabile. E il Tav è un’opera vecchia“.

Gardini ribadisce: “Non è possibile che si stia bloccando tutto con quest’analisi costi-benefici antica dicendo che sono antiche le opere. Gli italiani non hanno scritto “Giocondo” sulla fronte e infatti nei sondaggi sono tutti favorevoli a far ripartire questo Paese. Non se ne può più veramente. Ci sono quattro grillini che pretendono di interpretare il verbo e che sono smentiti dalla loro stessa base. In nome di chi parlano? Chi li ha mandati? Vorrei capire chi li ha mandati, cosa hanno in testa. Sono anti-italiani e in linea con la peggiore sinistra di questo Paese, che è stata il cancro dell’Italia“.
Mah, chi li hanno mandati? Gli italiani il 4 marzo 2018” – ribatte Pedullà – “Diciamo che il rispetto della democrazia comprende il rispetto del risultato elettorale”.