Cronaca

People, “200mila persone” in piazza a Milano contro il razzismo. Sala: “Un’altra Italia”, Salvini: “Messaggio al governo dato con il voto”

Ma secondo gli organizzatori sono molte di più le persone che hanno aderito alla manifestazione: "Ci dicono che siamo molti più di 250mila qui in piazza Duomo". La manifestazione ha sfilato per il centro di Milano, tra musica, slogan e balli, in un lunghissimo serpentone colorato. "Da qui, da Milano può ripartire un’idea diversa d’Italia. Non posso fare a meno di dire grazie di essere qua, la politica si fa in tanti modi, ma non lasciatela solo ai politici, fatela voi", ha detto Sala ringraziando la folla

Migliaia di persone si sono date appuntamento a Milano, tra via Palestro e corso Venezia, per partecipare a “People – prima le persone“, la manifestazione nazionale antirazzista e contro le discriminazioni. Un fiume di persone che ha sfilato per le vie del centro a ritmo di musica, con balli e carri colorati. In un “momento di grande cambiamento” per il Paese “è questa la nostra visione di Italia”, ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala per il quale in questo momento “ci troviamo a uno spartiacque” a livello di società. “Siamo 200 mila, questa è l’Italia che dice basta“, ha rivendicato l’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Ma secondo gli organizzatori sono state molte di più le persone che hanno aderito alla manifestazione: “Ci dicono che siamo molti più di 250mila qui in piazza Duomo. Una folla oceanica che nemmeno lo stadio di San Siro potrebbe contenere”. “Il messaggio al governo lo hanno dato gli Italiani con il voto rinnovando la fiducia a me, alla Lega e al governo di mese in mese e di elezione in elezione”: ha commentato il vicepremier Matteo Salvini al Tg Lombardia, replicando a tutti coloro che hanno visto in questo evento un messaggio politico.”Ogni manifestazione pacifica, democratica e tranquilla è la benvenuta ma io non cambio idea e vado avanti per il bene degli Italiani: in Italia si arriva solo col permesso, lotta dura a scafisti, trafficanti, mafiosi e sfruttatori”. 

La manifestazione ha sfilato per il centro di Milano, tra musica, slogan e balli, in un lunghissimo serpentone colorato: quando la testa del corteo era già arrivata a destinazione davanti al Duomo, la coda era ancora all’altezza di porta Venezia, cioè al punto di partenza. Tutto è finito in piazza Duomo, al suono dell’inno “People have the power” di Patty Smith. “Se c’è una città che può dimostrare i benefici di una visione internazionale quella è Milano e – ha aggiunto Sala – non è solo il tema del rapporto sull’immigrazione: sono i dati, i dati delle tantissime imprese aperte da stranieri a Milano e il fatto che nelle nostre scuole pochissimi bambini immigrati hanno bisogno di assistenza con l’italiano perché alla fine sono bambini italiani“. Arrivato in piazza Duomo, il sindaco è salito sul camioncino dell’organizzazione per dire ai milanesi e a tutti i partecipanti “voi siete una poderosa testimonianza politica che l’Italia non è solo il Paese che viene descritto. Da qui, da Milano può ripartire un’idea diversa d’Italia. Non posso fare a meno di dire grazie di essere qua, la politica si fa in tanti modi, ma non lasciatela solo ai politici, fatela voi”.

“La politica della paura e la cultura della discriminazione viene sistematicamente perseguita per alimentare l’odio e creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B. Per noi, invece, il nemico è la diseguaglianza, lo sfruttamento, la condizione di precarietà“, è lo slogan dell’evento a cui hanno aderito in moltissimi e a cui partecipano anche molte personalità di spicco della politica e del mondo dello spettacolo. Pullman e delegazioni sono arrivate da tutta Italia e i numeri sono da record: 1.200 fra enti e associazioni presenti con striscioni loro, 40mila adesioni solo su Facebook, 700 Comuni aderenti, 20 presenti in piazza anche con il gonfalone e gli assessori, fra questi quello di Riace.

In prima fila, oltre al sindaco Sala, e all’assessore comunale alle Politiche sociali, Piefrancesco Majorino, che ha lanciato l’idea della manifestazione, sfilano l’ex sindaco Giuliano Pisapia, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, il segretario aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, e quello della Uil, Carmelo Barbagallo, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, il segretario reggente e candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina, il presidente della Regione Lazio e candidato segretario del Pd, Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, l’ex ministro Emma Bonino e il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Tanti anche i leader nazionali e segretari generali di sigle come Cgil, Cisl, Uil, Arci, Emergency, Amnesty International, Medici senza frontiere. E c’era anche Ornella Vanoni, che ha commentato così l’evento: “Spero che questa piazza abbia un senso, siamo qui per dire che non siamo razzisti. Una città importante come Milano deve diventare multietnica come lo sono Parigi e New York”. “Perché tutto questo odio? – si è chiesta l’artista – se la gente sapesse, non sarebbe razzista”. 

“Abbiamo bisogno delle persone e di tornare alle persone”, ha detto Nicola Zingaretti, candidato alle primarie del Pd, secondo cui “da qui va ricostruita la sinistra: tra le persone e non con le figurine e gli schemi dei politici”. “Questo governo, quello che è chiaro, non garantisce lavoro, sviluppo e benessere” ma “distribuisce tanto odio, rancore e divisione e l’Italia – ha concluso – non può essere questo”. “Oggi abbiamo lanciato un messaggio forte e chiaro al mondo della politica ed alle istituzioni, tante bandiere, tante sensibilità si sono unite per richiamare le radici dei nostri valori costituzionali che si nutrono di antirazzismo e antifascismo, si oppongono alle discriminazioni di genere, alla disuguaglianza ed allo sfruttamento”, ha rilanciato il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra. 

“Inclusione, pari opportunità e una democrazia reale per un Paese senza discriminazioni, senza muri, senza barriere” sono i motivi – come si legge nell’appello lanciato dagli organizzatori della manifestazione – per cui è stata promossa questa mobilitazione nazionale. Ma anche “perché crediamo che la buona politica debba essere fondata sull’affermazione dei diritti umani, sociali e civili. Perché pensiamo che le differenze – legate al genere, all’etnia, alla condizione sociale, alla religione, all’orientamento sessuale, alla nazione di provenienza e persino alla salute, non debbano mai diventare un’occasione per creare nuove persone da segregare, nemici da perseguire e ghettizzare o individui da emarginare”.