Tecnologia

Futuri ingegneri italiani in gara per l’Amazon Innovation Award 2018. In finale i robot collaborativi e gli occhiali hi-tech

La terza edizione degli Amazon Innovation Award è quasi giunta al termine. Gli studenti di Milano hanno portato alla vittoria i robot collaborativi, quelli del Politecnico di Torino gli occhiali hi-tech per i magazzinieri. Resta da scoprire cosa hanno progettato i futuri ingegneri di Tor Vergata.

Gli studenti universitari italiani sono protagonisti dell’edizione 2018 degli Amazon Innovation Award, il concorso indetto dal colosso statunitense dell’ecommerce giunto al terzo anno. L’obiettivo è stimolare i giovani a mettere in campo conoscenze e creatività per realizzare prodotti innovativi che si possano prestare alla soluzione di problemi aziendali reali. Sono coinvolti gli studenti di ingegneria del Politecnico di Torino e di Milano e dell’Università Tor Vergata di Milano. In ciascun ateneo si tengono concorsi interni per coronare il vincitore locale, poi la giuria stabilisce chi fra i tre progetti finalisti vince l’edizione annuale e vola a Seattle a vistare i centri di distribuzione più innovativi di Amazon.

Nella competizione torinese ha vinto il progetto Amazon You creato da Gennaro Bianchi, Jacopo Fanelli, Ilaria Gandini, Chiara Perri e Katarina Sucic del corso di laurea magistrale in Produzione industriale. Hanno realizzato degli occhiali hi-tech destinati ai magazzinieri, che hanno diverse funzioni. Sostituiscono lo scanner che serve per registrare i codici a barre degli articoli. In più visualizzano informazioni quali la dimensione della scatola più adeguata per spedire un determinato articolo, e come disporre i prodotti in modo da ottimizzare lo spazio.

A Milano l’idea vincente è stata quella di Giulia Merati, Giorgio Manenti, Sofia Lamberti e Filippo Pennati Belluschi, che hanno messo a punto robot collaborativi capaci di “rendere più efficienti e sicuri gli spostamenti dei carichi pesanti” all’interno dei magazzini. I robot vengono impiegati per caricare pallet di merci su e giù dagli scaffali e sui camion. In caso il peso sia eccessivo, lavorano insieme per ripartirlo. I magazzinieri così possono risparmiare un lavoro pesante, e si scongiura il rischio di incidenti. Interessante il fatto che “il cervello” di questi robot sia un microchip economico (20-30 euro) applicato ai robot Kiva che sono già impiegati nei centri di Amazon. Insomma, ottimizza e potenzia una tecnologia già esistente introducendo il concetto di collaborazione.

Robot Kiva

 

Oggi si terrà la tappa romana della competizione e in seguito verrà decretato il vincitore. Comunque vada, per tutti i ragazzi che hanno partecipato (200 solo dal Politecnico di Milano) è stata un’esperienza importante, perché hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con una realtà lavorativa importante e operare in gruppo, anche in contesti multiculturali.